Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, non è propriamente noto per i propri “freni inibitori”. Ed anche questa volta non le manda a dire al Governo centrale, accusandolo di non parlare chiaro e non dare direttive precise. Il territorio Veneto, colpito in maniera importante all’inizio dell’emergenza sanitaria da coronavirus, ha saputo rispondere efficacemente, riuscendo a contenere i focolai e soprattutto monitorando i positivi asintomatici con una serie di tamponi “d’anticipo”.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il leghista pizzica il Premier Conte: “La fase 2? C’è già. Ma non l’abbiamo decisa noi. Possiamo essere d’accordo, ma l’ha decisa il governo. A noi spetta il compito di tutelare la salute dei cittadini. E di preparare la ripartenza. Il Veneto è responsabile ed assolutamente rispettoso delle regole. E al punto numero 1, da parte nostra, c’è la salute dei cittadini. Senza dubbi né fughe in avanti”. Ed in effetti il governatore ha dato il via libera, autonomamente, ad una serie di riaperture e concessioni.
“Penso davvero che il nostro primo nemico sia il ritorno alla fase acuta. Dal punto di vista sanitario, da una decina di giorni siamo in calo. Ci sono 825 posti in terapia intensiva, e altri ancora attivabili, oggi occupati da 240 persone. E va detto che in parecchi casi si tratta di una coda, persone già ricoverate da tempo. Sappiamo bene che questo virus richiede una lunga ospedalizzazione. La chiusura non esiste più. È finita quando il governo ha delegato alle prefetture l’ approvazione delle deroghe per le aziende che ritenevano di dover rimanere aperte. E probabilmente, grazie al silenzio assenso, molti hanno riaperto. Non entro nel merito, ma lo si vede dal traffico, dalle immagini dei tg, da tutto. Da amministratore, devo prendere atto che c’è più gente in strada. Ma non perché l’ho deciso io.”
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