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Debora Pinna, di Portoscuso, conquista il titolo di Campionessa Italiana Assoluta Arco Olimpico

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Debora Pinna, cittadina di Portoscuso, conquista il titolo di Campionessa Italiana Assoluta Arco Olimpico ai Campionati Italiani specialità campagna, svoltisi dal 2 al 4 luglio in Toscana.

Alla nostra testata ha raccontato le sue emozioni.

Per te Debora, arriva un titolo da te tanto ambito. Ci racconti l’emozione di questo trionfo?

Dal 2 al 4 luglio ad Abbadia San Salvatore, in Toscana, si sono svolti i Campionati Italiani specialità campagna. Questo genere di gara è composta da un percorso di 24 paglioni, 12 dei quali sono situati a distanze conosciute e gli atri 12 invece, a distanze sconosciute. Venerdì si è svolta la fase di qualificazione dove sono riuscita, freccia dopo freccia e mantenendo i nervi saldi, a non farmi condizionare dalla stanchezza. Ho conquistato così il gradino più alto del podio e sono riuscita ad indossare la medaglia d’oro che mi assegna il titolo di Campionessa Italiana Arco Olimpico Senior Femminile. Inoltre, con le mie compagne di società: Eleonora Meloni e Ilaria Spanu, ci siamo aggiudicate anche una seconda medaglia, conquistando un secondo posto a squadre.

Sabato invece, si sono svolti gli scontri diretti e, scontro dopo scontro, sono arrivata a domenica a tirare la finalissima per l’oro, portando così sul gradino più alto del podio i colori della mia società, quella degli Arcieri Uras, Quindi torno a casa con due titoli: Campionessa Italiana Arco Olimpico Senior Femminile e il titolo di Campionessa Italiana Assoluta.

L’emozione era ed è ancora oggi grandissima. Questo piccolo traguardo l’ho aspettato e coccolato da tanto tempo. Ho lavorato duramente per togliermi qualche soddisfazione e finalmente sia la medaglia sia i titoli sono arrivati.

Come hai preparato la gara?

Sono partita tranquilla, pensando di affrontare la gara paglione dopo paglione, senza troppe aspettative. Prima della qualificazione, nella ranking italiana ero 5°, quindi non potevo avere sotto controllo i punteggi delle altre ragazze in gara. In quel momento mi ero ripromessa di non farmi prendere dall’ansia e di divertirmi, anche perchè solo divertendosi si raggiungono poi grandi traguardi.

La gara l’ho preparata il sabato e la domenica prima di partire. Con il lavoro, non sempre riesco a ritagliarmi un po’ di spazio e poi anche il meteo non è stato clemente. A quel punto, sabato e domenica ho fatto una full immersion ricontrollando tutta la parte riguardante l’arco. Poi, durante la settimana, mi sono consultata con Gianna Manca, la psicologa sportiva con cui ho iniziato un percorso da dicembre ad oggi.

Come nasce la tua passione per il tiro con l’arco?

Ho iniziato a tirare con la società che ha sede a Portoscuso ed è grazie a Lucio Santus, se mi sono avvicinata a questo sport nel 2011. Nel 2018 ho fatto la mia prima trasferta con la delegazione regionale e da lì, ogni anno e per ogni campionato italiano, lavoravo per qualificarmi. Nel 2019 ho preso una decisione: per una crescita arcieristica, mi sono trasferita nella società degli arcieri Uras, o come piace chiamarla a me, nella famiglia arcieri Uras. Da quella scelta piano piano, ho portato a casa un po’ di risultati.

In una realtà come la Sardegna, che margini di crescita ha lo sport del tiro con l’arco?

Il tiro con l’arco in Sardegna conta molte società affiliate alla FITARCO, diciamo che siamp un po’ limitati rispetto alle altre regioni d’italia, ma tutt’oggi riusciamo a portare i quattro mori della banrdiera sarda sul podio a ogni appuntamento come i campionati italiani o la coppe delle regioni. un settore in crescita è quello giovanile in SArdegna, infatti da poco al trofeo pinoccio, la regione ha portato a casa un terzo posto.

Prossimi obiettivi?

Come prossimi obiettivi l’appuntamento è a ottobre per i Campionati Italiani targa a Bergamo e poi comunque c’è sempre l’obiettivo di indossare la maglia della nazionale.

Quale messaggio senti di voler trasmettere a chi decide di affacciarsi per la prima volta a questa disciplina?

Posso solo dire a chi vuole intraprendere questo tipo di sport, di avere molta pazienza e molta forza di volontà. Si può iniziare per gioco, ma poi ci si innamora di questo sport, come è successo a me. Poi i risultati arriveranno con il tempo, senza avere fretta.

Chi vorresti ringraziare?

Ringrazio il mio tecnico nonché amico Pietro Chia, Roberta Sideri e Gianna Manca che ci sono sempre per tutto e che hanno sempre fiducia in me. Ringrazio inoltre la mia famiglia per starmi accanto e mio fratello che mi sprona sempre a dare e fare il meglio. Infine, per concludere ringrazio tutti i componenti della società che hanno gioito con me vincendo la finale. Grazie.

 

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