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DECRETO CHIUSURA SCUOLE: AD INTERPRETAZIONE PERSONALE!

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La situazione del Coronavirus è sempre più dilagante in tutto il territorio italiano. Ragion per cui il presidente del Consiglio Conte ha deciso di emanare un nuovo decreto in cui è previsto a partire dalla giornata di oggi, giovedì 5 marzo, la chiusura totale delle scuole di ordine e grado e delle Università fino al 15 marzo.

Riportiamo il testo del decreto al riguardo: “d)  limitatamente al periodo intercorrente dal giorno successivo a quello di efficacia del presente decreto e fino al 15 marzo 2020, sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master e università per anziani, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza; sono esclusi dalla sospensione i corsi post universitari connessi con l’esercizio di professioni sanitarie, ivi inclusi quelli per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale, le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, nonché le attività delle scuole dei ministeri dell’interno e della difesa.

Molti lettori ci hanno scritto per sottolineare una disparità di interpretazione del decreto a cui vogliamo dar voce. Se alcuni Atenei italiani hanno disposto la chiusura immediata delle facoltà, altri, hanno comunicato solo una sospensione delle lezioni didattiche frontali, ma nessuna chiusura dell’ateneo. E quindi possibilità di sostenere esami e di recarsi in facoltà in aula studio e biblioteche. Solo nella tarda mattinata di oggi alcuni di questi atenei si sono uniformati chiudendo biblioteche e aule studio. Non si capisce quale difficoltà abbiano incontrato i vari Rettori delle Università nel seguire pedissequamente il dettato del decreto che non fornisce possibilità interpretative ma dispone in modo inequivocabile la chiusura di tutti gli istituti scolastici. La nostra è proprio una Repubblica delle banane dove ognuno può decidere per proprio conto fregandosene delle disposizioni che vengono impartite da un Governo. Una nazione in cui vige la legge del “a casa mia faccio quello che voglio e non prendo ordini da nessuno”, frutto di anni di pressapochismo in tutti i settori e dove ognuno si sente padrone del proprio piccolo regno.

È bastato un piccolo virus per far emergere l’incapacità di una nazione nel gestire un’emergenza, dove chi dovrebbe prendere decisioni importanti cambia idea ogni quarto d’ora. Il dubbio che molti si pongono è se davvero chi vive nella stanza dei bottoni abbia la situazione sotto controllo oppure vada a tentoni cercando nei tentativi una possibile risposta. Tra l’altro se è vero che il Governo si avvale di esperti del settore come il comitato tecnico-scientifico, dovrebbe spiegare agli italiani come mai le scuole sono state chiuse sino al 15 marzo e non per almeno un mese come pare abbia indicato il comitato? D’altronde la politica non è altro che lo specchio della società quindi non possiamo aspettarci nulla di diverso da quello che sta succedendo.

Quando sarà terminata l’emergenza virus toccheremo con mano i danni economici, e non solo sanitari, provocati dall’incapacità di un Governo nel prendere decisioni importanti e soprattutto nel non riuscire a comunicare trasmettendo serenità e competenza. Parafrasando le parole di una famosa canzone di Lucio Battisti, tutto questo “lo scopriremo solo vivendo”,sempre coronavirus permettendo!

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