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Diabete in Pronto Soccorso: criticità e fasi organizzative

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Lo scorso  4 Luglio, presso il Senato della Repubblica, si è tenuta la Conferenza Stampa sul tema riguardante la gestione e il assaggio di un paziente affetto da diabete in un Pronto Soccorso. dal titolo : “Diabete in pronto soccorso. E dopo?”.

L’iniziativa, organizzata dalla Sen. Daniela Sbrollini, ha visto un’ampia partecipazione:  politici, esperti e pazienti che hanno discusso sulle modalità per garantire un adeguato follow-up e  gestione più efficace dei pazienti  con diabete che, in caso di necessità, devono rivolgersi ai pronto soccorso in situazioni di emergenza. Tra i vari punti trattati  la discussione si è concentrata sulla necessità di creare un sistema interconnesso tra la medicina territoriale, la rete di assistenza e i pazienti, in maniera tale da  prevenire complicazioni croniche, migliorare la salute dei pazienti e ridurre notevolmente i costi per il Servizio Sanitario Nazionale.

In qualità di presidente della Federazione Rete Sarda Diabete, unica organizzazione sarda invitata all’evento, sono stato invitato quale relatore e rappresentante di una rete attiva nel territorio e parte integrante di una rete nazionale. In uno stralcio del mio intervento ho potuto evidenziare il percorso fatto fin qui, insieme ad alcune considerazioni in merito. “ Siamo onorati di essere stati coinvolti nell’iniziativa perché questo rappresenta un riconoscimento del nostro impegno sul fronte della promozione e della difesa dei diritti delle persone con diabete in Sardegna. Dal momento della nascita della Federazione, avvenuta nel 2019, infatti ci siamo costantemente posti in una posizione interlocutoria e propositiva con il sistema sanitario e con la Regione, centrando obiettivi importanti, nell’ottica di una riforma e miglioramento della rete diabetologica regionale.

Il coinvolgimento della Rete Sarda Diabete nell’iniziativa nazionale, è stato fortemente voluto dal comitato scientifico dell’ IHPB e, durante i lavori del convegno, sono stati illustrati i risultati emersi da uno studio condotto da Bhave, che ha coinvolto oltre 100 strutture ospedaliere nel paese e ha rivelato che circa 300.000 accessi ai pronto soccorso sono legati al diabete. Questo fenomeno non solo mette a dura prova il personale sanitario, ma anche il sistema sanitario nel suo complesso.

Il Pronto soccorso è un momento critico molto importante. Attraverso questo studio, al quale ha collaborato anche Federazione Rete Sarda Diabete, sono emersi molti elementi interessanti che ci consentiranno di adottare delle politiche sociosanitarie sui territori. È noto che la nostra Isola è la regione con il più alto tasso di incidenza al mondo di diabete di tipo 1. A maggior ragione, è fondamentale avere i Pronto soccorso più preparati ad accogliere i pazienti con questa patologia e rispondere prontamente alle reali esigenze della persona.

Oltre a questo aspetto strutturale, è necessario un lavoro di tipo “educativo”, diretto ai pazienti, finalizzato ad aumentare l’autoefficacia della persona con diabete, per prevenire e ridurre gli accessi alle strutture sanitarie. Da sottolineare, infine, il persistente gap tra i sistemi sanitari regionali che pone seri problemi sul fronte delle pari opportunità nelle cure.

A conclusione del mio intervento ho ribadito quella che considero la linea guida più importante per la riforma della rete diabetologica sarda: la Federazione Rete Sarda Diabete continuerà a lavorare per contribuire al miglioramento dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali che siano davvero centrati sulla persona con diabete, quindi sul cittadino-paziente.

 

Articolo di Riccardo Trentin

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