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Eurallumina: i sindacati “Rispettare gli impegni presi dal Governo e Regione altrimenti non staremo a guardare”

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Troppo silenzio attorno alla vertenza che riguarda l’Eurallumina di Portovesme e preoccupate le organizzazioni sindacali si sono incontrate con la società Eurallumina per fare il punto della situazione “Esprimiamo forte preoccupazione per quanto comunicato dalla società in merito al futuro dei piani la cui attuazione è strettamente collegata al processo autorizzativo in corso – scrivono F. Garau e E. Madeddu (Filctem-CGIL) N. D’Orso e V. Lai (Femca-CISL) e P.Loi ( Uiltec-UIL) – Processo che viaggia seguendo due strade: una regionale relativa alla procedura Paur e uno nazionale legato all’approvazione del Dpcm (previsto per lo scorso gennaio e oggi quasi fuori tempo massimo). Il tempo dell’attesa, siamo convinti, è terminato. E’ necessario che tutti gli atti necessari per determinare e chiudere questa vertenza siano compiuti in tempi molto rapidi. La Sardegna ha occupato un ruolo importante nello scenario industriale nazionale e internazionale. La filiera dell’alluminio è stata dichiarata strategica e c’è stato un impegno significativo per far sì che i vari passi fossero compiuti. Oggi però il primo anello di questa filiera rischia di rompersi, generando una reazione a catena. Chiediamo al Presidente della Regione Christian Solinas un intervento immediato e significativo al fine di definire una volta per tutte questa vertenza che dura ormai da troppi anni. Appare incomprensibile il silenzio della Sottosegretaria Todde che oramai da tempo non dà risposte sulla vertenza dopo una fase iniziale di iperattivismo, impegni presi e non rispettati. Sia chiaro, – concludono i sindacalisti – davanti a questa situazione le organizzazioni sindacali non resteranno a guardare. Già dai prossimi giorni attiveremo tutte le iniziative necessarie per sostenere questa vertenza e far sì che il primo anello della filiera dell’alluminio possa essere riattivato. “

Anche i colleghi sindacalisti della R.S.A. Eurallumina  concordano che “La situazione della vertenza descritta dall’Azienda Eurallumina ai rappresentanti dei lavoratori prima ed alle segreterie territoriali e regionali di categoria poi, congiuntamente in sede di Confindustria, in data 28 Ottobre scorso, continua a rimarcare un andamento preoccupante caratterizzato da un continuo e costante peggioramento nel corso del tempo. Si sottolinea la grave scomparsa istituzionale di importanti figure, regionali e nazionali, in modo particolare quelle riferibili a vertici Ministeriali che sino a poco tempo fa erano l’unico punto di riferimento per l’Azienda Eurallumina, alla quale fu presentato e proposto a suo tempo l’importantissimo progetto che avrebbe dovuto infra-strutturare prima, per portare poi, finalmente, il GNL nel sito industriale di Portovesme; tale infrastruttura, ovvero il metano, risulta essere la precondizione essenziale, imprescindibile e propedeutica per il riavvio della raffineria di allumina. Affinché ciò possa determinarsi è necessario ottenere quanto prima l’ufficializzazione di tale progetto ritenuto strategico attraverso l’emanazione del tanto atteso “DPCM SARDEGNA”, ad oggi il limite più grande alla reale ripresa produttiva della fabbrica, che ha già accumulato un anno di ritardo e del quale nessuno sa, se e quando verrà appunto adottato ed emanato dal Governo nazionale e sopratutto, non da meno, cosa conterrà nel dettaglio. Un gioco tattico, – proseguono dal RSA –  questa partita strategica, che vede protagonisti diversi giocatori in corsa, istituzionali e non, laddove chi sa non dice ed alla fine di tutto e come sempre peraltro, rischiano di pagarne lo scotto sempre e comunque le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti e le rispettive famiglie nonché, per i risvolti economici e sociali, considerato anche l’indotto, il nostro intero territorio già martoriato. Un gioco frustrante invece per chi da mesi non riesce a capire cosa stia succedendo. Purtroppo il tempo per i lavoratori Eurallumina non è un parametro di poco conto e non lo è mai stato. Risulta per noi evidente e non da ora che anche nella migliore delle ipotesi, crono programma alla mano, la ripartenza slitterà a non prima del 2024 inoltrato, con tutti i problemi legati agli ammortizzatori sociali necessari per arrivare a tale traguardo e che ad oggi forniscono una copertura parziale e soltanto sino al 2022, per il resto… buio totale. Per questo si sarebbe dovuto procedere alla firma del nuovo addendum al protocollo d’intesa del 2009, laddove si sarebbe dovuta prevedere la copertura mediante ammortizzatori sociali “sino alla ripartenza effettiva delle produzioni” ed invece, ad oggi, spariscono gli interlocutori ministeriali e non si ha traccia alcuna del protocollo d’intesa. Inoltre, per limitare i danni di questa situazione di stallo nella quale ci troviamo, non si può escludere che la proprietà, ovvero la RUSAL, possa vedersi costretta ad assumere delle “decisioni drastiche” che influirebbero inevitabilmente, direttamente o indirettamente, nel sostentamento economico dei lavoratori; situazione, quest’ultima, inaccettabile per i lavoratori che, dopo tutti i sacrifici fatti in questi tanti anni di lotta per il riavvio della fabbrica, si vedrebbero imposte ulteriori privazioni. Il nostro è un Paese in cui tante aziende decidono di scappare dal suolo nazionale, de-localizzando col fine di potere investire laddove sostanzialmente conviene loro maggiormente, mettendo magari “in libertà” i lavoratori attraverso una semplice comunicazione via mail o tramite un messaggio su whatsapp, lo si apprende e lo si vede purtroppo sempre più spesso, con cadenza quasi quotidiana. Nel nostro caso specifico – concludono i sindacalisti – abbiamo invece un’azienda, la RUSAL – Eurallumina, che da 12 anni sta dicendo di voler investire nel nostro territorio e lo sta dimostrando sostenendo i lavoratori e mantenendo efficienti gli impianti attraverso continue manutenzioni e non da meno attraverso l’esecuzione delle bonifiche tuttora in atto, il tutto senza produrre un chilogrammo di allumina e nel frattempo è lo stesso Sistema-Paese Italia che attraverso le proprie insite lungaggini burocratiche e la sua scarsa concretezza a tutti i livelli istituzionali sembra voler allontanare definitivamente gli investimenti che potrebbero dare respiro e serenità a migliaia di famiglie.”

Fonte: comunicato sindacati 

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