Politica

Il Decreto rave è legge, ma è scontro sulle norme No vax

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ROMA – Il Decreto rave è legge in zona Cesarini grazie all’escamotage della “ghigliottina” che ha bypassato il lungo ed estenuante dibattito parlamentare per andare subito al voto finale (183 sì, 116 no), ma è scontro sulle norme No vax. A inizio pomeriggio, dopo una nottata e una mattinata di interventi, tutti difilato, delle opposizioni, il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha usato questo escamotage – permesso dal regolamento – chiudendo la partita ed evitando che il provvedimento non venisse approvato in tempo, pena la decadenza. Plateale la protesta dei deputati Pd, che hanno sventolato la Costituzione. Ma le critiche dem hanno riguardato anche “le norme sbagliate NoVax” contenute nel decreto, come le regole meno stringenti sui sanitari non vaccinati, sull’isolamento o sui green pass per le visite nelle strutture sanitarie.

Polemiche si registrano anche all’interno del centrodestra: “Non ho partecipato al voto sul ‘Dl rave’ non perché non condividessi tutti i contenuti del decreto ma perché al suo interno, all’articolo 7, c’è una norma che non condivido e cioè la revoca della sospensione dell’attività professionale per i cosiddetti medici ‘no vax’. Per profonda convinzione, e per storia personale, nella scorsa Legislatura mi sono battuto per l’obbligo vaccinale per i sanitari. La mia lealtà e responsabilità nei confronti della maggioranza e del governo non è minimamente in discussione e ringrazio il mio Gruppo per aver compreso una decisione presa in coerenza con valori e principi nei quali credo fermamente”, ha dichiarato il presidente della I Commissione Affari Costituzionali Nazario Pagano, parlamentare di Forza Italia.

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