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Land of Mines e lo Speleo Club Domusnovas: la mostra fotografica ospite del famoso gruppo speleologico sardo

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Le uniche cose certe: il luogo dove la mostra è stata presentata, ovvero la cornice storica del Mulino “Sa Ferraria” a Domusnovas, nella giornata di domenica, le persone che la hanno voluta e promossa, lo Speleo Club Domusnovas e i due protagonisti, gli occhi del fotografo Fabio Piccioni e le orecchie, quelle del compositore Fabio Talloru.

Già, perché Land of Mines non può essere considerata una semplice mostra, ferma ed esposta per essere ammirata, perché è a tutti gli effetti un luogo minerario o speleologico trasportato nel luogo di esposizione che sarà possibile ammirare fino al 18 dicembre dalle 9,30 alle 12 e dalle 16,30 alle 19 nella sede dello Speleo Club Domusnovas.

Questo perché il progetto è sempre in evoluzione, nonostante le miniere con i suoi stabili siano stati abbandonati a causa della crisi dell’industria mineraria e le grotte siano sempre nello stesso posto, il sottosuolo cambia e a seconda dei periodi produce dei suoni diversi, anche se a muovere i macchinari e i vagoni non sono presenti esseri umani. Cronache di Polvere, il lavoro di Fabio Tallo, accompagna la mostra, ricreando i suoni e le sensazioni al lavoro di documentazione fotografica.

 

Un progetto che si vede e un progetto che si sente

Land of Mines ha visto la nascita grazie a Fabio Piccioni, fotografo di Olmedo, che ha cominciato ad appassionarsi di fotografia nel lontano 2003, dopo aver preso in mano la macchina fotografica a pellicola di suo padre, che aveva ritirato a metà anni ’90. Dopo aver comprato dei rullini ha cominciato a scattare intorno al suo paese, scegliendo come soggetti soprattutto edifici dismessi, vecchi ruderi e case abbandonate, studiando allo stesso tempo da autodidatta e seguendo dei corsi per raggiungere maggiore padronanza con il mezzo fotografico.

Il 2007 è l’anno di svolta perché dopo aver girato tanto tra Sardegna, Italia ed Europa per fotografare i complessi industriali dismessi, sente la necessità di dedicarsi in maniera specifica alle miniere dell’Isola. Ha così l’idea di documentare il grande patrimonio archeologico-minerario sardo (il più grande nel Mediterraneo) ormai dismesso e in stato di abbandono, arrivando nel corso degli anni a costruire un archivio fotografico di oltre cinquemila fotografie che documentano l’attività industriale mineraria ormai dismessa.

Trovavo i lavori fotografici esistenti sulle miniere frammentari, non riuscivano mai a restituire una globalità della realtà isolana, nessuno dei fotografi affrontava il sottosuolo, che è la parte più importante e vitale di ogni miniera”, un lungo lavoro quello di Fabio, che non si ferma all’aspetto formale e alla qualità delle sue foto perché la voglia di approfondire questo tema lo ha spinto a conoscere i minatori che hanno lavorato all’interno delle miniere, raccogliendo le loro testimonianze, i documenti storici (avvalendosi della collaborazione di figure tecniche esperte in materia mineraria) e a scendere in profondità recandosi nel sottosuolo per documentare il vero fulcro della produzione mineraria, realizzando dei reportage oltre che delle gallerie e dei pozzi anche delle grotte scoperte durante le attività minerarie e speleologiche.

Proprio per questo ha seguito un percorso di tipo speleologico, per poter calarsi nel sottosuolo, scoprendo con il tempo una vera e propria attrazione per questo progetto, tornando anche più volte negli stessi siti minerari, per annotare e documentare i mutamenti di questi luoghi ormai abbandonati e desolati, questo perché nonostante l’abbandono dei siti da parte dell’uomo, la condizione di isolamento e solitudine provoca dei continui mutamenti.

Ad accompagnare Land of Mines, c’è Fabio Tallo, compositore di Serrenti ormai stabilitosi a Milano, con il progetto live Cronache di Polvere, che come piace ricordare al giovane compositore: “è come se fosse l’orecchio del progetto”.

Con Cronache di Polvere l’artista ripercorre e ricostruisce attraverso il suono i paesaggi minerari della Sardegna, raccontando i vari periodi dell’industria mineraria sarda: la fatica dei minatori che hanno animato l’attività estrattiva con enorme sacrificio, i rumori dei macchinari e l’abbandono di questi edifici successivi alla crisi estrattiva che nel presente è riflessa dalle architetture superficiali e sotterranee, che con il disinteresse umano hanno permesso alla natura di riprendersi il suo spazio, continuando l’opera spontanea di trasformazione, l’obiettivo di Tallo è quello di regalare ai visitatori un’immersione totale in questi suoni tipici del mondo minerario registrandoli, rielaborandoli e componendo delle musiche dal vivo.

Fabio Piccioni ha stipulato negli anni una grande amicizia con Fabio Tallo che nel corso di quest’ultimo anno e mezzo si è cementata grazie a una collaborazione proficua che sta portando i due artisti a creare un lavoro dove le immagini e i suoni verranno uniti, cercando di raccontare il paesaggio con un approccio di tipo esperienziale, interagendo con l’ambiente e i luoghi attraverso una ricerca costante di caratteristiche e suoni che questi paesaggi rilasciano in maniera continua e diversa, un nuovo progetto che presto verrà ultimato e presentato pubblicamente.

Land of Mines, ha permesso a Fabio Piccioni di raggiungere importanti riconoscimenti raggiungendo nel 2021 il primo posto nel Contest Dissonanze Urbane organizzato da Mind, Progetti fotografici e quest’anno la prima posizione nel AIPAI Photo Contest 2022, ai 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale a Roma-Tivoli, organizzato dall’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, inoltre le sue immagini sono state esposte anche fuori dai confini regionali e hanno arricchito riviste nazionali e internazionali del settore. Ha inoltre realizzato un reportage nel Montiferru, documentandone la natura e il paesaggio dopo il doloroso incendio del luglio 2021.

 

Anche Fabio Tallo vanta importanti lavori e collaborazioni in giro per l’Italia, ha realizzato delle pubblicazioni audio per i cortronici dell’artista Tonino Casula, ha dato il suo contributo al progetto Borca di Dolomiti Contemporanee a Borca di Cadore, in un lavoro incentrato sui suoni dei paesaggi, ha campionato i suoni dei prodotti vitrei di Murano e ha lavorato a diverse installazioni per il Fuori Salone di Milano.

Il lungo percorso dello Speleo Club Domusnovas

A volere Land of Mines è stata l’associazione Speleo Club Domusnovas, di cui oggi, è presidente Martino Piras, speleologo, con ormai esperienza decennale sul campo ma che ha iniziato a interessarsi del sottosuolo a livello speleologico da quando aveva 18 anni.

Insieme a tutto il direttivo, composto dal vicepresidente Michele Pili, dal tesoriere Roberto Melis, dalla segretaria Daniela Moi e dal magazziniere Antonio Bellu ha deciso di ospitare la mostra nella sede dell’associazione: “L’idea è venuta a noi soci, lo SCD* per statuto si è sempre occupato di miniere e grotte di miniera. Fabio, è uno speleologo (e bravissimo fotografo), amico da tanti anni del nostro gruppo, volevamo mostrare al paese i suoi scatti”, un’amicizia che grazie alla passione comune per l’archeologia mineraria e per la speleologia si è consolidata nel corso degli anni: attraverso le numerose uscite in grotta e miniera fatte insieme al Gruppo Speleo, tutte escursioni che hanno dato a Fabio Piccioni la possibilità di arricchire maggiormente il suo archivio fotografico.

Ma in realtà lo Speleo Club non è giovanissimo, ha infatti cinquantatré anni, con il mezzo secolo di vita festeggiato nel 2019 ed è attivo sul territorio comunale e no, dal 1969, anno della sua nascita.

Angelo Naseddu uno dei fondatori di questo gruppo insieme a Pietro Maxia, Carletto Steri, Vladimiro Pibiri e Maurizio Demarchi, a cui si sono uniti poi Giorgio Medros, Paolo Villasanta, Franco Sanna e Antonio Possa, mastica grotte da quando aveva ancora i calzoni sopra le ginocchia, ricorda ancora la sua prima avventura all’interno della Grotta di San Giovanni in quello che è conosciuto come Su Stampu ‘e Pireddu ma precisa “la grotta che ha fatto nascere il gruppo è la Crovassa della galleria 45”. Da li poi sono seguiti anni di escursioni ed esplorazioni eseguite all’inizio con poca attrezzatura non sempre idonea, spesso adattata alle condizioni dei luoghi visitati, ma con l’adrenalina, la passione e quella voglia di conoscere che gli ha portati a raggiungere un importante record nel panorama regionale, infatti con ben 800 Grotte rilevate e iscritte al Catasto Speleologico Regionale della Sardegna su oltre 4000 conosciute, lo Speleo Club Domusnovas è quello che ha contribuito maggiormente ad aggiornare questo registro.

Un record di cui il signor Naseddu è molto orgoglioso: “noi non sapevamo giocare a calcio, eravamo visti un po’ come sfigati, avevamo la passione per le grotte e questo ci ha spinto ad approfondire l’argomento”. Un Gruppo Speleo quello di Domusnovas che ha fatto scuola a tanti speleologi e che ancora oggi mantiene saldi aspetti come la competenza e la conoscenza sul campo unita alla passione per il lavoro che svolge.

Ad oggi il Signor Angelo ricopre il ruolo di presidente della Federazione Speleologica Sarda per la seconda volta e quello di vicepresidente della Società Speleologica Italiana, dopo esser stato per tanti anni presidente dello Speleo Club Domusnovas e mostra ancora oggi una lucidità e un punto di vista in materia attento e invidiabile.

E se da un lato c’è l’esperienza, non è da meno il solco tracciato per il futuro perché lo Speleo annovera nella sua rosa anche un giovanissimo ragazzo ventiduenne di Domusnovas, Andrea Murru, che ha intrapreso il suo percorso di speleologo e che ha già avuto l’occasione di fare già la sua prima esperienza speleologica.

Un lavoro quello attuale portato avanti oltre che dal presidente Piras anche dal suo braccio destro Michele Pili, vicepresidente dello SCD che dopo aver alimentato la sua passione per le miniere e i minerali in maniera autonoma, ha deciso di seguire il percorso speleologico entrando a far parte di questo gruppo, condividendo la sua energia per ringiovanire l’associazione.

Ad oggi Michele insieme a tutto lo Speleo Club fa parte della già citata Federazione Speleologica Sarda che riunisce tutti i gruppi speleo dell’isola, garantendo al gruppo domusnovese delle diversioni piacevoli con gruppi nazionali e stranieri.

Sono tante le attività svolte oggi dallo SCD ci racconta Michele: “con gli anni ci siamo dedicati alla ricerca attiva di grotte ed alla documentazione storica del territorio, in sito e per documenti di archivio”, che inoltre con l’associazione promuove e svolge attività di avvicinamento alla speleologia aperte a tutti, ma anche attività di tipo culturale a vario titolo nella sede del Mulino “Sa Ferraria”, in gentile concessione del Comune e anche al di fuori dell’edificio.

 

Il futuro del patrimonio minerario e speleologico

Presente all’inaugurazione della mostra anche l’amministrazione comunale che ha patrocinato questo evento e che attraverso le parole dell’assessore del Turismo, Sport e Spettacolo Aru e della Sindaca I.Mascia hanno ringraziato gli organizzatori dello Speleo Club e gli autori della mostra, sottolineando l’importanza del patrimonio minerario e speleologico comunale e della volontà di rendere turisticamente fruibili i siti domusnovesi.

Una possibilità unica nel territorio che fino ad oggi non è stata sfruttata al pieno delle sue potenzialità ma che in futuro potrebbe trasformarsi in un progetto a lungo termine in maniera turistica creando anche possibilità di lavoro.

Di Gianmatteo Puggioni

*Speleo Club Domusnovas

 

Foto di Andrea Salvatore Livesu

Foto di Michele Pili

 

 

 

 

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