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Montiferru: GRIG “Ancora centrali eoliche”

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Un altro progetto di centrale eolica alle pendici del Montiferru, questa volta verso il Campidano di Oristano. Si tratta del progetto per la realizzazione di una centrale eolica da parte della milanese Sorgenia Renewables s.r.l. nei territori comunali di Seneghe, Narbolia, San Vero Milis, Solarussa, Siamaggiore (OR). Si aggiunge alle quattro centrali eoliche in progetto fra Montiferru e Monte S. Antonio, decine e decine di pale eoliche per una potenza complessiva di 518 MW.  Decine e decine di svettanti pale eoliche. La valutazione degli impatti cumulativi è obbligo di legge e per giurisprudenza costante, ma non c’è.” Ha scriverlo il Gruppo di Intervento Giuridico (GRIG) che “ha presentato il 3 settembre 2023 un atto di intervento nel procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto presentato dalla Sorgenia Renewables s.r.l., in un area delle pendici del Montiferru che guarda al Sinis e al Campidano di Oristano. In tutto altri nove aerogeneratori alti più di 200 metri, un impianto di accumulo (15,6 MW), una potenza complessiva di 75 MW, una produzione energetica che servirà fondamentalmente ai lucrosi ricavi delle società energetiche.”

Interessati boschi, macchia mediterranea, aree agricole e pascoli – proseguono dal GRIG -. Torri eoliche, viabilità, cavidotti, strutture dei servizio ben dentro la fascia di rispetto estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), posta dall’art. 47 del decreto-legge n. 13/2023 (c.d. decreto PNRR) convertito con integrazioni e modificazioni nella legge n. 41/2023, in attesa della prevista individuazione delle aree non idonee all’installazione degli impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile. Il GrIG ha presentato l’atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di V.I.A., perché un conto è il sacrosanto ricorso alle energie da fonte rinnovabile, tutt’altra cosa è la speculazione energetica e il collegato accaparramento di terreni agricoli (o land grabbing di casa nostra).”

Ribadiamo ancora una volta la nostra proposta: sarebbe cosa ben diversa se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica. Siamo ancora in tempo per cambiare registro. In meglio, naturalmente.”

Fonte: comunicato stampa

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