Sono le 17.30, il freddo è pungente e la notte ha iniziato ad avvolgere la città col suo mantello scuro.
Lei arriva all’ora esatta col sorriso sulle labbra. Esordisce scusandosi: “ho avuto qualche difficoltà a trovare un parcheggio” e mi raggiunge al tavolo dove l’aspetto.
Un lungo mantello bianco su una silhouette sottile. Un’aria da donna attiva, pronta a concatenare gli appuntamenti con serietà. I suoi stivali neri con tacchi alti le danno un portamento elegante. È l’unica cosa ultra femminile che dimostra. Per il resto tutto è sobrio: abbigliamento nero, capelli raccolti. Gli orecchini raffinati sono le rare eccentricità che esibisce quando entra nel bar che ha scelto per il nostro incontro.
“Mi presento: sono Patrizia Floris, nata a Cagliari nel 1958, laurea in Biologia, sposata con una figlia. Amante della lettura e dei gatti. Li definisco magici.”
Si siede vicino a me e ordina una tisana, poi il suo viso s’illumina come quello di una donna completamente disponibile. Muoio dalla voglia di chiederle il suo segreto per una pelle quasi senza segni del tempo, ma mi trattengo, non è l’oggetto di quest’incontro…
Eccola sul divano… una “messa a nudo” della scrittrice.
“Dopo la laurea ho lavorato come biologo e solo dopo come informatore scientifico. Purtroppo in questi ultimi anni in Sardegna non ci sono state molte opportunità di lavoro. Infatti, come è noto, le nuove generazioni tendono ad andare fuori dall’isola, per dare spazio alla propria professionalità. Io appartengo a quella generazione che in un modo o in un altro è riuscita a realizzarsi. Sono un’ottimista per natura e amo tutto quello che faccio.”
Quando si racconta ha il dono di trasformare tutto in favola. È la sua forza. Ed è per questo che non mi stanco di ascoltare questa gioiosa chiacchierona. Ma anche perché dietro i suoi occhi scintillanti, l’amore per i libri di Jane Austen e il lato ben educato, traspare un percorso di vita che può parlare a tutte le donne.
Patrizia biologa, perde il suo lavoro quattro anni fa. Si riprende subito facendo oscillare il suo destino verso la scrittura… Mai l’avrebbe detto!
S’iscrive ad un corso di scrittura e da lì il dado è tratto… niente la ferma più. Tre libri in quattro anni.
“I miei primi due romanzi hanno preso vita durante un corso di scrittura espressiva. Gli incipit che l’insegnante impartiva, procuravano quella libertà della penna di scorrere su quel foglio dal fondo bianco, arricchendolo di parole che si susseguivano una dopo l’altra. E così che ognuno di questi libri, ha preso un percorso diverso generando tre diverse storie ricche di viaggi, immagini e personaggi dove colori e sapori portano il lettore a fantasticare dentro la narrazione. Devo ringraziare “AmicoLibro”, la casa editrice che mi ha dato queste opportunità.”
Accidenti! In gamba Patrizia romanziere! L’ho conosciuta anni fa in spiaggia. Riservata, sempre sorridente, mai una parola sulla sua vita. Prendeva il sole, chiacchierava un po’ e poi andava via per pranzare con la sua famiglia, lasciando dietro di sé il profumo delicato di una donna misurata.
Un marito splendido (detto da lei) e una figlia di 28 anni a cui è legatissima. Coniuga la famiglia con la F maiuscola. Sostenuta da loro, condivide a casa i suoi successi, i suoi pensieri e si sente libera di esplorare qualsiasi campo.
“La famiglia mi sostiene sempre, anche per questa esperienza della scrittura, nata sin dall’adolescenza. Solo più tardi ho avuto modo di esprimere per pura passione dei sentimenti. Spero di poter continuare su questa strada per emozionarmi ed emozionare.”
Biologa o scrittrice Patrizia è rimasta la stessa: Romantica.
Forse la cultura dei libri, forse l’educazione severa oppure è semplicemente una donna di un altro secolo per chi l’amore è il sale della vita e vivere senza è la sua più grande paura.
Inoltre, i suoi libri trattano lo stesso argomento: l’amore. Non quei libri senza sapori, ma quelli che fanno fibrillare il cuore e che dimostrano che l’autrice ha tanta capacità empatica quanto d’immaginazione.
Nell’ultimo libro ‘Albert, l’ultima estate’, il protagonista è un uomo. Potremmo pensare che Patrizia ha una grande conoscenza del sesso forte, eppure non è così. Confessa che per lei l’uomo è un essere particolare, da scoprire, misterioso…
“ ‘Albert, l’ultima estate’, il mio ultimo romanzo, è stato pubblicato nello scorso mese di gennaio. E’ un inno alla vita e all’amore. E’ dedicato a una generazione che in questi ultimi due anni ci ha lasciato senza poter salutare gli affetti. E’ una vicenda vissuta e descritta attraverso gli occhi di un uomo. Albert è il personaggio che tra presente e passato rievoca i momenti trascorsi in un periodo della nostra storia piuttosto triste, ma che tanto ci ha insegnato. Albert vive a Trieste, una città ricca di fascino, arte e cultura. L’amore per una ragazza ebrea da adolescente. Poi la guerra. E la città stessa fa da cornice alla sua esistenza. Ma è l’amore che emerge lungo il suo percorso intimistico. Una esistenza con particolari sfumature dove innanzi ai suoi occhi compaiono i ricordi, le parole dette e quelle celate. Solo la morte infine, tende a liberare tutto nell’aria facendo svanire ogni tipo di angoscia.”
L’immagino bene come protagonista del film ‘Orgoglio e pregiudizi’ nella pelle di Elisabeth Benneth di fronte al Signor Darcy! Un gioco d’amore, un ballo con l’altro… voglio, non voglio… lo faccio, non lo faccio… con il rosso sulle guance. Un’epoca in cui l’amore aveva il tempo di maturare, di crescere, dove fare la corte era un passaggio obbligatorio e sposarsi era per la vita: fortunatamente o sfortunatamente.
Patrizia crede in quest’amore unico. Pensa che più ci s’incontra da giovani, più si cresce insieme con un amore che si sviluppa e dura.
Sì, ve l’ho detto, è una vera romantica, si sfoga sulla carta, raccontandosi per quello che è. Si libera.
Per scrivere usa il suo passato come guida. Il passato dell’adolescente obbediente, della studentessa umile, della giovane donna innamorata, appassionata che ha visto la sua passione imbavagliata dall’epoca, dalla cultura di allora, dall’educazione.
Si avverte anche un pizzico di nostalgia, non solo nei suoi libri ma anche nel suo modo di parlare. Nostalgica di un’epoca dove gli abbracci erano ancora permessi, dove non c’era bisogno di parlare, il tocco tra amiche bastava a trasmettere le emozioni.
E si commuove… un po’. Sensibile Patrizia? Si, moltissimo!
Piange davanti a un film o quando seppellisce un riccio trovato morto nel giardino. Si entusiasma per un tramonto o un fiore nel giardino. Si emoziona quando vede il suo libro per la prima volta in una libreria. Coglie l’attimo…
“Scorgere il mio primo romanzo su uno scaffale di una libreria, un’emozione unica. Così è stato per ‘E se avessi paura?’ era lì che mi osservava insieme ai suoi due protagonisti Laura e Fabio. Nel racconto si sono alternati nel descrivere la loro esperienza sentimentale, fatta di pensieri e sensazioni. Un’analisi peculiare della propria anima nella ricerca della compatibilità pur correndo il rischio di esser travolti dalla quotidianità. Sanno entrambi che non esistono regole nel tentativo di arpionare le redini dell’esistenza e fare tesoro di ogni singolo dettaglio e gioia. Solo così ogni cosa avrà un senso.”
Grazie al suo insito ottimismo, coglie ogni sfumatura della vita e ne approfitta. È questa la sua felicità. Non di essere famosa o ricca, ma di avere attorno a sé i suoi cari e condividere con loro attimi esclusivi che non hanno prezzo.
Quando parliamo di amicizia, la voce di Patrizia si fa pimpante, i suoi occhi brillano e il sorriso si allarga. Ah l’amicizia! Occupa un posto tanto importante quanto l’amore. Lo spazio che dedica agli amici è notevole. Non ci sono giorni senza una chiamata, una chiacchierata, un tè o dei pensieri scambiati…
L’amicizia mantiene l’anima, la coltiva, l’esalta… anche in questo campo percepisco un profumo antico in cui un incontro tra amiche vere non significa solo uscite e feste, ma piuttosto momenti rari e veri di confidenze fatte sotto voce.
“La mia seconda pubblicazione ‘Un tè a Marrakesh’ è un altro viaggio dentro la vita. Le due protagoniste, Marla e Sandra, sono due adolescenti che hanno stretto una sincera amicizia sin dai banchi di scuola di un Liceo Artistico del cagliaritano. Un rapporto sinergico assoluto e profondo. E soprattutto schietto, tra alti e bassi. Quei legami che sanciscono l’eterno come testimonianza di vita, fra confidenze, confronti e lealtà reciproca. Quei percorsi intrinsechi che ti portano a superare difficoltà ed intemperie.”
Concludiamo l’intervista dopo due ore di un gioco di domande/risposte in cui nemmeno una volta Patrizia ha perso il suo sorriso e la sua tranquillità, neanche quando ho dovuto farle ricominciare la registrazione due, anzi… tre volte!
La sua ingenuità, la sua dolcezza ci hanno convinta: Patrizia Floris è una graziosa cometa che attraversa il nostro cielo senza rumore, sulla punta dei piedi eppure se vi fermate un attimo, lascerà il suo segno per sempre.
di Christine Lauret e Massimiliano Perlato
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