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Piero Pelù e il Concertone: «Censura? A me han chiesto di non sparare troppe bombe»

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ROMA – In un’intervista al Corriere della Sera, Piero Pelù dice la sua su quanto sta accadendo in queste ore dopo le esternazioni di Fedez sul palco del concerto del Primo Maggio:

«Fedez l’ho sentito in diretta come tutti voi, quel best of di tutte le esternazioni omofobe di un partito che ancora deve 49 milioni di euro agli italiani l’ho trovato ineccepibile, non faceva una grinza».

Anche a lei è stato chiesto di censurarsi, Piero? «Censurato no, diciamo però che la Rai mi ha chiesto di non sparare bombe troppo grosse, che sarebbe stato un Primo Maggio delicato, di non essere troppo aggressivo, insomma», risponde il cantante dei Litfiba. Che è successo allora a Fedez?

«Dicono che abbia passato il testo per farlo “gobbare” ai tecnici, perché potesse leggerlo meglio in diretta e che da lì sia nata tutta la vicenda con l’intervento successivo della Rai. Se è stato un trabocchetto, allora è un genio, ma io questo non lo so».

Nel 1993 Piero Pelù attaccò Papa Wojtyla dal palco del Concertone, e il risultato fu che i Litfiba vennero «banditi per quattro anni, ostracizzati letteralmente e mai più invitati. E di fatto quando tornammo, nel 1997, sfumarono il nostro intervento ancora prima che ci esibissimo e ho sempre pensato fosse stata una sorta di censura preventiva. E dovetti così aspettare, da solista, il 2001».

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