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Portoscuso: l’Arco Club un vero punto di riferimento per il territorio

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Tra sacrifici e grande disponibilità dei team ospitanti l’attività arcieristica va avanti con soddisfazione degli appassionati che ne approfittano per focalizzare il proprio stato di forma.  Nella palestra comunale di Portoscuso, la società Arco Club fa i salti mortali per organizzare, in epoca virulenta, pur di rendere tutti felici e contenti nell’osservanza dei rigidi protocolli.

La gara è stata diluita in due giorni per assecondare le necessità dei partecipanti che come sempre sono arrivati da diverse parti dell’isola nel cercare risultati a sensazione che possano aprire le porte ai Campionati Italiani. Pur senza prestazioni mirabolanti, gli atleti si sono impegnati rendendo l’happening sportivo più che dignitoso. Nell’ultimo turno di gare, in via Asproni si è registrata l’affluenza maggiore (24 atleti per 12 paglioni) che non ha fatto ricordare le piacevoli resse dei vecchi tempi quando la concentrazione non veniva meno se avevi un avversario a pochi centimetri.

Nella gara del sud Sardegna gli Arcieri Uras ottengono 9 successi individuali e uno a squadre. Il Sardara Archery Team cinque individuali e due di squadra. Arcieri Torres e Quattro Mori tre, Arco Club Portoscuso 1 individuale e 4 a squadre. Vincono una volta a squadre anche Arcieri Ichnos e Arcieri Nuragici.

Non è semplice avere tra le proprie fila delle eccellenze che dicono la loro anche quando ci si confronta con le altre regioni d’Italia. Eppure l’Arco Club Portoscuso è riuscito a ritagliarsi spazi di gloria nazionale diverse volte. Attualmente sono due i pilastri d’esportazione che illuminano una società esistente dal 2006: Luca Pinna, asso nel compound, stabilmente nel giro della nazionale con cui viaggia spesso in tutto il mondo e campione tricolore in carica nella categoria Juniores e assoluto. E poi Elga Etzi con l’arco nudo, costantemente ai vertici del ranking nazionale, anche se negli appuntamenti topici, come gli Italiani, è sempre stata sfortunata nel dimostrare pienamente il suo valore.  Ma in passato si sono registrati altri exploit come l’argento a squadre colto nell’arco nudo femminile allievi ai campionati italiani con Daniela Massa, Federica Massa, Francesca Diana. Oppure quelli di Marco Zonca secondo e terzo posto agli Italiani. A detta degli esperti era tra i ragazzi più forti e promettenti in Sardegna nell’arco nudo ma, come accade spesso, è rimasto vittima dell’abbandono precoce.  Il presidente Lucio Santus si crogiola tra questi traguardi raggiunti e spera che in futuro si possa fare ancora meglio: “Siamo stati fortunati, questo è innegabile, ma c’è anche un poderoso lavoro alle spalle perché i ragazzi vanno seguiti attentamente”.

Accade però che la sua Portoscuso, cinquemila anime, appare piuttosto sonnacchiosa, quasi rimane indifferente davanti ad una realtà che riesce ad esprimere talenti oltre Tirreno. “Purtroppo la maggiore popolarità di altri sport, offusca la nostra attività – dice – e a volte fanno più sensazione delle vittorie calcistiche o pallavolistiche a livello zonale che non dei titoli nazionali. Mi piacerebbe che le imprese sportive venissero analizzate con maggiore equità da parte di chi dovrebbe sostenere e tutelare la salute fisica e agonistica dei propri abitanti”.

Ma lui tira dritto, con il suo plotoncino di fedelissimi, 33 tesserati, di cui 18 fanno parte del settore giovanile. Provengono da tutto il Sulcis perché continua ad essere l’unica società arcieristica del territorio dopo l’abbandono degli Arcieri Iglesienti.

Originariamente tiravo con gli Arcieri Uras – racconta Santus – ma in realtà il legame con la società presieduta da Robertina Sideri non è mai stato sciolto, anzi ci sentiamo proprio una loro costola”.

Cercare nuovi appassionati è quasi una missione per il presidente che seppur con appena tre tecnici a disposizione è riuscito ad aprire un distaccamento a Carloforte, mentre a San Giovanni Suergiu è imminente l’apertura dei cancelli di uno stabile appena ristrutturato che accoglierà una frangia scalpitante di arcieri e si spera, tanti altri neofiti.

Nella sua duplice veste di dirigente del team portoscusese e membro del Consiglio regionale FITARCO, Massimo Marrocu familiarizza con la disciplina dal 2014, quando suo figlio ha iniziato a imbracciare l’arco. “Da lì è partito tutto – dice l’interessato – con le prime frecce, le prime gare, una mano in società per seguire i giovani, il corso da tecnico di primo livello e quelli di aggiornamento. Ho iniziato con l’arco nudo per poi passare all’olimpico, gareggiando più per passione che per traguardi personali”

I risultati completi si possono leggere cliccando sul seguente link:

http://www.fitarco-italia.org/gare/classifica.php?Codice=R2020044

 

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