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Portovesme srl: procedura di licenziamento per 40 dipendenti

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La Portovesme s.r.l. opera nel settore della metallurgia dei non ferrosi, con un organico complessivo di n. 571 lavoratori dipendenti diretti di cui 4 dirigenti, 236 impiegati e 331 operai occupati nelle unità produttive di Portovesme (521 dipendenti) e San Gavino M.le (50 dipendenti). La Portovesme s.r.l., pur avendo in essere le procedure di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per entrambi gli stabilimenti con il coinvolgimento, ad esclusione dei dirigenti, della totalità dei dipendenti , trovandosi ancora nella condizione di esubero di personale per le motivazioni meglio specificate di seguito, comunica di dover procedere all’apertura di una procedura di licenziamento collettivo finalizzata alla risoluzione del rapporto di lavoro per n. 40 lavoratori dipendenti appartenenti al CCNL Industria Chimica e occupati nelle sedi di Portovesme e di San Gavino M.le.” A comunicarlo la Portovesme srl in una lettera indirizzata ai sindacati e alla Regione Sardegna.

La motivazione dei licenziamenti è da ricercarsi sull’aumento “dei costi dell’energia e relativo sforamento dei costi di produzione, la Società ha registrato un vero e proprio crollo del valore del mark-up, assestatosi in una riduzione di circa 1’80% nell’ultimo biennio.”

Relativamente all’organico aziendale – proseguono dall’azienda – , si segnala che è presente da tempo un nucleo di lavoratori in età avanzata e non sempre in grado di operare in condizioni di lavoro difficili, usuranti e gravose. Di converso , ad oggi, la Società si trova a dover valutare gli esodi mediante il nuovo sistema della “quota 103” e/o nuovamente attraverso il sistema di requisiti definito dalla cosiddetta “Legge Fornero”; in entrambi i casi la popolazione lavorativa coinvolgibile è molto limitata numericamente a meno che non intervenga la possibilità di agire attraverso una procedura di licenziamento concordata e pianificata quale la presente. Si aggiunga, infine, l’ulteriore richiesta di maggiori e migliori performance lavorative, legate all’introduzione di criteri di valutazione oggettivi ed internazionali delle competenze e delle professionalità, come le Skill Matrix (matrice delle competenze), i KPI ed il TPM (Total Productive Maintenance), che accentuano le difficoltà, soprattutto generazionali, dei suddetti lavoratori a garantire una prestazione lavorativa in linea con gli standard aziendali e di settore.

In conclusione, per tutto quanto sopra, la Società appare sovradimensionata rispetto al regime effettivo di marcia degli impianti. Si evidenzia, inoltre, l’impossibilità oggettiva di poter ricorrere ad una ricollocazione del personale in esubero anche in differenti o inferiori posizioni lavorative , in entrambi gli stabilimenti, sia di Portovesme sia di San Gavino Monreale. Il tutto, come detto, per la necessità di favorire l’esodo di personale che per età e inidoneità psicofisiche, non appare più adeguato a ricoprire la posizione di lavoro assegnata ed in grado di garantire tutti i parametri di efficienza ed efficacia richiesti da una concezione moderna della mansione affidata.”

I lavoratori ritenuti in esubero sono  40 di cui 38 per l’unità produttiva di Portovesme e 2 per l’unità produttiva di San Gavino M.le.

La risoluzione del rapporto di lavoro con i lavoratori in esubero dovrà avere inizio entro il minor tempo possibile. – prosegue l’azienda – Per quanto riguarda i tempi di attuazione della procedura si ritiene che questa abbia carattere di urgenza. Stante la presente situazione, per i lavoratori interessati dal provvedimento potranno essere previsti interventi di natura economica a titolo d’incentivo, in aggiunta alle attribuzioni di carattere patrimoniale previste dal CCNL, con modalità che verranno successivamente concordate subordinandone l’erogazione alla sottoscrizione di un verbale di conciliazione in sede protetta.“

Fonte: lettera portovesme srl

 

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