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Presentato il libro “La nostra Marcia”, un ricordo della manifestazione per lo Sviluppo del Sulcis Iglesiente del 1992

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Era Ottobre del 1992, quasi 21 anni fa, quando un intero territorio decisa di muoversi all’unisono per supportare e rivendicare le istanze di tanti lavoratori, figli e genitori che, in quell’anno turbolento e complicato, vedevano il loro futuro ormai appeso ad un lumicino. Quelle lotte, quei giorni, quelle rivendicazioni e, possiamo dirlo, quella politica, oggi sembrano solo un ricordo lontano.

Grazie alla cabina di regia di quattro personalità diverse, in rappresentanza di politica, sindacato e giornalismo, oggi, possiamo leggere nero su bianco, corredato da filmati ed immagini, quanto accaduto 21 anni fa all’interno di un libro dal titolo “La nostra Marcia”, edito da Giampaolo Cirronis Editore, scritto dal giornalista Sandro Mantega, dall’allora sindaco di Carbonia Antonangelo Casula, dal sindacalista Peppno La Rosa e dall’On Tore Cherchi.

Il ricavato delle vendite del libro, finanziato dalla Fondazione di Sardegna, verrà devoluto interamente alla Caritas della Diocesi di Iglesias.

Oggi, al Centro Culturale di via Cattaneo ad Iglesias, altra cittadina mineraria coinvolto nella Marcia, si è tenuto un dibattito-presentazione del libro, moderato dal giornalista Giampaolo Meloni, alla presenza di molti dei protagonisti di allora, intervenuti per ricordare e riprendere il filo di quei momenti difficili ma di grande coesione. Tra i tanti attori, questa sera, era presente sua Eminenza il Cardinal Arrigo Miglio, all’epoca Vescovo della diocesi sulcitana che, ricordando quei giorni, ha spiegato di come un evento come quello è stato capace di lasciare una traccia forte, e gli eventi poi entrano nella cultura dei cittadini. A conclusione del suo intervento, ha sottolineato che “oggi serve maggiormente una coltura del lavoro, ben diversa dalla cultura del sussidio”.

Nel dibattito sono susseguiti gli interventi di Antonio Achenza della Consulta Anziani di Iglesias, unica organizzazione esistente nel territorio minerario, tra i promotori dell’evento ansime al Comune di Iglesias, mentre l’On. Tore Cherchi ha fatto un breve excursus su quanto accaduto nel ’92, dal referendum sulla legge elettorale al debito pubblico che crebbe in maniera spropositata, passando per la crisi industriale, economica e soprattutto partitica. In quel clima di svendita delle attività, i lavoratori erano coloro i quali dovevano essere sacrificati sull’altare.

Particolarmente sentite sono state le parole di chi, in quanto giornalista, raccontava sul quotidiano regionale, la cronaca degli eventi: Sandro Mantega si è soffermato sul titolo, sottolineando come l’aggettivo “nostra” non era riferito solo agli attori principali, riguardava tutti, un territorio intero, convolvendo anche il terziario. La forza della marcia, ha detto Mantega, era che non si parlava di Carbonia, Iglesias o Portoscuso, ma di Sulcis, di tutti.

La chiosa finale del dibattito spetta all’ex sindaco di Carbonia Antonangelo Casula e a Peppino La Rosa: mentre Casula analizza la politica e le scelte di governo di allora e di oggi, così diverse, passando per i pian industriali e per alcune scelte nell’uso dei fondi del PNRR in atto, a Peppino La Rosa, sempre attivo sul piano politico e sociale per il territorio, spetta invece l’onore di chiudere questo ricordo invitando tutti alla riflessione, anche attraverso il ricordo di quei giorni condensati in un contributo video fatto di servizi giornalistici, fotografie, racconti di alàni protagonisti della vicenda.

Oggi, restano i ricordi, i risultati ottenuti e quelli mancati, i volti dei tanti che hanno lottato e creduto in un futuro migliore partendo da una lotta mai rimandata. Un momento di comunità di cui ora si sente il bisogno, ormai orfani di leader politici in grado di guidare i cittadini all’ottenimento dei diritti sacrosanti come lavoro, sanità e scuola. Alla fine di tutto, mi domando: in questi tempi, on sarebbe opportuno ripetere quanto fatto nel ’92? Non tanto nella forma, i tempi sono cambiati, quanto nella sostanza. Uniti tutti per i nostri diritti e non per i privilegi di pochi.

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