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Rai, De Maio: “Meno spazio alle serie Usa, è il momento del cinema italiano”

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VENEZIA – Meno serie americane, più spazio alle produzioni europee e massimo supporto al cinema italiano. Sono soli alcuni dei punti fermi alla base del progetto di Adriano De Maio, eletto lo scorso maggio direttore Cinema e Serie Tv della Rai. In questi giorni, De Maio è lavoro a Venezia durante la mostra del cinema dove anche la Rai è protagonista con una serie di produzioni, a cominciare dal film d’apertura “Comandante” di De Angelis. Un lavoro che De Maio, intercettato da LaPresse, spiega di approcciare “con grande entusiasmo ma senza il pregiudizio, il peccato originale, di avere una cultura del cinema che poi mi fa ragionare in maniera settoriale”.

La sua visione è ampia e strutturata e abbraccia diverse sfere, che a LaPresse spiega così: “Il cinema va contestualizzato nel settore della tv che fa intrattenimento, cultura, che dovrebbe insegnare e stimolare. Insomma, un cinema non fine a se stesso ma come strumento di comunicazione per il contratto di servizio che in Rai è la nostra bibbia quotidiana”. Interessato al fine, non solo al contenuto: “Faccio l’esempio del tv movie – spiega – un genere che adesso va per la maggiore e che fa anche ascolto, ma poi non ti lascia nulla. La Rai deve avere la sua identità. Quando io vedo un tv movie e poi vado su un altro canale non Rai e vedo la stessa immagine, mi rendo conto che devo fare uno sforzo in più per rendere ciò che la Rai trasmette un po’ più unico”. Il cinema, per esempio.

“Abbiamo bellissimi film italiani e un magazzino sterminato, abbiamo Rai Cinema che vorrei valorizzare insieme alla mia squadra di programmatori, che io stimolo in questo momento a cercare di più anche in casa. E’ il momento del cinema italiano – rimarca – bisogna approfittare di questa situazione in America e del prodotto, come ad esempio le serie americane, che non avremo l’anno prossimo e che noi trasmettiamo. Sono spazi che si liberano ‘grazie’ a questo sciopero che c’è”. De Maio, d’altronde, sa come valorizzare il cinema italiano in tv: è quello che si è inventato “Ferragosto italiano”, mandando a Ferragosto “Il Gattopardo” su Rai 1, “Calibro 9” su Rai 2 e “FF.SS” di Renzo Arbore su Rai 3.

Non è la qualità del prodotto che il dirigente mette in discussione: “Sono serie bellissime su cui la Rai ha vissuto tanti anni facendo bei numeri, ma oggi per quel che mi riguarda dobbiamo trasferire questo prodotto agli appassionati sulle reti specializzate. C’è ad esempio Rai4 che vive molto di questo settore, vorrei inserire delle serie europee che già stiamo cercando e liberare spazio nella generalista per fare opere prime. Spazio ai corti e al cinema italiano”. Che potrebbero trovare una loro naturale collocazione “su Rai2, che è sempre stata la tv della sperimentazione. Soprattutto se riusciamo a individuare dei prodotti per i giovani, delle serie che abbiano un contenuto e che siano un esempio per loro. Io sono cresciuto con ‘La casa nella prateria’, ‘Star Trek’, ‘Spazio 1999’. Serie di contenuto, che avevano un eroe. Cercando nella modernità, c’è qualcosa che può rappresentare dei valori”.

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