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Ridiamoci sopra: la vignetta satirica

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Rubrica curata dall’accademia delle Prefi.

L’artista, che si era classificato quattordicesimo al Festival di Sanremo, ha tentato la carta del concorso canoro di San Marino. Ed è stata vincente: all’Eurovision, dal 10 al 14 maggio, ci sarà anche lui.

Per molti è stata una vittoria annunciata. Achille Lauro, 31 anni, ha vinto il concorso. Una voce per San Marino con il suo brano, Stripped, e può volare all’Eurovision Songs Contest, in programma a Torino dal 10 al 14 maggio.

Nella conferenza stampa dopo la vittoria, l’artista ha rivendicato la sua scelta di partecipare a Una voce per San Marino: «Io e i miei collaboratori abbiamo lavorato molto per questo. Ora vogliamo portare all’Eurovision tutta l’esperienza che abbiamo maturato in questi anni». Questa è «una grandissima opportunità per affacciarsi a un pubblico internazionale».

Per aggiudicarsi questo “lasciapassare” – in molti hanno polemicamente utilizzato l’espressione “Lauro è uscito dalla porta ed è rientrato dalla finestra”, che rende bene l’idea – ha battuto diversi altri artisti, anche italiani, come Ivana Spagna, Valerio Scanu, Alberto Fortis, Francesco Monte e Matteo Faustini.

Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente il dj turco Burak Yeter e Alessandro Coli – in coppia con il brano More than you – e il britannico Aaron Sibley con la sua Pressure.

La carta vincente, al prossimo Eurovision, di Lauro potrebbe essere quella che a differenza di Mahmood e Blanco, potrà essere votato dagli italiani. E a chi lo definisce un progetto di marketing, un testimonial vivente del marchio Gucci, un furbetto che sfrutta la provocazione per farsi pubblicità non lo capisce e, molto probabilmente, non lo ha mai capito – confessa: «Sono una persona che ama quello che fa, una persona a cui piace immaginare un progetto e toccarlo con mano. Amo la trasformazione, ma resto fedele alla mia identità: «Ho fatto progetti molti diversi, ma la mia anima non è mai cambiata. Grazie di cuore questa volta a San Marino, l’antica terra della libertà, per avermi invitato alla primissima edizione del suo festival e aver reso possibile tutto ciò. ‘Ma che stupida voglia che ho».

di Salvatore Battaglia

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