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Robert Doisneau, il fotografo “pescatore di immagini”

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“Se scatti fotografie, non parlare, non scrivere, non analizzare te stesso e non rispondere a nessuna domanda.” Questa è una tra le tante affermazioni lasciateci in eredità da uno dei più importanti fotografi di strada, il francese Robert Doisneau, nato Gentilly, un sobborgo di Parigi, il 14 Aprile nel 1912.

Per molti, il fotografo parigino, ha saputo raccontare meglio di chiunque prima di lui l’essenza della francesità, grazie alla grande capacità di cogliere vita e idiosincrasie delle persone restando ai margini, come osservatore silente del tempo che scorre. 

Dalla Senna alla periferie operaie, Doisneau ci racconta al mondo la Parigi degli innamorati, quella dei bistrot, quella degli atelier di moda e quella dei bambini di strada, mettendo sempre al centro del suo lavoro l’essere umano colto in un attimo  casuale della frenetica vita moderna.

L’arista parigino riconosce, nella fotografia, il mezzo ideale  con cui immortalare  la vita delle città nelle sue passeggiate per Parigi; la sua carriera professionale inizia alla Renault di Billancourt dove lavora come fotografo pubblicitario e industriale fino al 1939, quando intraprende l’attività di fotoreporter freelance.

Nel dopoguerra, invece, tra il 1949 e il 1952 collabora con la rivista Vogue per poi dedicarsi alla libera professione, preferendo le persone incontrate in strada piuttosto di quelle dell’alta società dei circoli culturali, più distanti dal suo “sentire” l’arte fotografica. 

Grazie alla fotografia di strada nascono scatti memorabili come Il Bacio davanti all’Hotel de la Ville, oggi ormai diventata icona simbolo dell’amore spavaldo riprodotta  in milioni di copie, o quella al clochard Coco, un soldato fallito della Legione Straniera. Con i sui scatti, Doisneau, si colloca al livello di artisti come Brassaï, Willy Ronis e Izis con i quali, nel 1951, espose al MOMA di New York.

La sua capacita’ di cogliere le emozioni gli deriva da un’immersione totale nella realtà che lo circonda, a tal punto che lui amava definirsi poeticamente un “pescatore di immagini”. Nel giorno in cui avrebbe compiuto 109 anni, ricordiamo il grande fotografo proprio  come un pescatore intento a raccogliere istanti di vita con l’occhio sincero della macchina fotografica.

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