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RSU Igea-Piscinas: “Non è colpa di Igea se i veri responsabili dell’inquinamento hanno abbandonato i territori della Sardegna senza pagare per i danni fatti”

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La RSU Igea, le lavoratrici e i lavoratori e l’Amministratore Unico sono uniti nel condannare i tentativi apparsi sulla stampa di chiamare in causa Igea per l’evento relativo allo sversamento di fanghi avvenuto a Piscinas, arrivando a definire “carrozzone politico” la Società.

 

In questi anni le lavoratrici e lavoratori della società Igea stanno lavorando intensamente per la sicurezza mineraria e la bonifica dei suoli in un territorio vastissimo e in un contesto eccessivamente burocratizzato e difficile.

 

Le lavoratrici e i lavoratori di Igea e la Società tutta, hanno provveduto in questi anni a chiudere numerosi imbocchi di gallerie e fornelli pericolosi per la popolazione ed hanno operato nel risanamento di una parte di territorio.

 

Non è colpa di Igea se in un passato neppure tanto lontano i veri responsabili dell’inquinamento abbiano abbandonato i territori della Sardegna senza pagare per i danni fatti, se in un passato più recente alcune scelte sulle bonifiche sono ricadute sulle amministrazioni locali, arrecando, a nostro avviso, più difficolta che reali benefici per le stesse comunità e per i lavori da eseguire. A distanza di dieci anni dall’assegnazione di quelle bonifiche, infatti, nessun progetto ha chiuso il suo iter e non certo per responsabilità dei soggetti che si sono dovute cimentare nei meandri della burocrazia.

 

Le lavoratrici e i lavoratori e la Società hanno a cuore la salute del territorio più di chiunque altro e si augurano che le Istituzioni preposte si adoperino fattivamente affinché si giunga al più presto ad una semplificazione burocratica per la realizzazione dei lavori; non è accettabile che l’iter di approvazione di un progetto di bonifica duri quindici, venti anni. Oggi il concetto di bonifica è mutato, il rifiuto da problema è diventato risorsa vista l’importanza delle materie critiche, ma serve una nuova stagione partendo proprio dalla burocrazia.

 

Siamo inoltre convinti che solo un soggetto pubblico possa operare in sinergia con le amministrazioni centrali e locali a tutela della “res publica” nella progettazione e risanamento del territorio, tuttavia siamo rammaricati di essere ingiustamente accusati con eccessiva leggerezza e demagogia come “carrozzone politico” senza che nessuno riconosca il lavoro fatto e i traguardi raggiunti.

 

Fonte: comunicato stampa 

Comments (1)

  1. Massimo Carboni

    Tragicamente ridicolo! Igea esiste dal 1998, con uno scopo preciso: messa in sicurezza, ripristino ambientale e bonifica delle aree minerarie dismesse. 26 anni… di soldi sprecati, in cui IGEA è riuscita anche a farsi cacciare dalla rete mondiale dei geoparchi Unesco, per inerzia, ossia per inadempienze, dopo ammonizioni e commisariamenti. La laveria La Marmora, solo un esempio, che sta cadendo a pezzi, con risorse pubbliche assegnate e non spese! Altri esempi? IGEA ha abbandonato dal 2018 ogni impegno nei siti di Porto Flavia e della Galleria Henry. Nel 2019 IGEA ha revocato la partecipazione alla gestione del sito della grande miniera di Serbariu, restaurato e fruibile dal 2006, circa 200mila visitatori, e dell’ecoparco di Rosas, Narcao, altro mirabile esempio di recupero, fruibile dal 2008. Come possono i lavoratori IGEA difendere l’indifendibile? Perchè?

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