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SA DIE E SA SARDINIA 2020, RIPARTIRE INSIEME

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Il 28 aprile 2020 non sarà come gli altri. “Sa die de sa Sardigna” sarà quest'anno una festa particolare, da vivere a casa.

Istituita dal consiglio regionale della Sardegna con la legge regionale 14 settembre 1993, n. 44, è stata nominata la Giornata del Popolo Sardo.

La storia

Il 28 aprile del 1794, i cosiddetti “Vespri Sardi” (rivoluzionari sardi), si ribellarono e allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna. Si suppone che il popolo sardo, all’epoca ignorante e allo stesso tempo sfruttato e povero di cibo, fu incitato in questa sommossa dai nobili dell’isola timorosi che la Sardegna venisse occupata dalla Francia. Infatti nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell’isola, sbarcando e occupando l’isola di San Pietro e successivamente approdando anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona. Questo non accade e dopo l’arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor, parti la sommossa.
Il popolo allontanò dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che furono imbarcati e mandati via dall’isola. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.

Il presidente Solinas

“Ripartire, tornare alla vita normale con estrema prudenza e con quella maturità e accortezza che i Sardi hanno saputo dimostrare nel periodo più difficile dell’emergenza, consentendo alla nostra Regione di contenere la diffusione del virus entro valori tra i più bassi in Italia, lo 0,07% della popolazione.
Questa “Die de sa Sardigna” rappresenta per noi un momento di svolta nella gestione della crisi, il momento in cui devono ripartire i nostri settori produttivi e anche la normale vita dei cittadini.”

Queste le dichiarazioni del Presidente della Regione, che nel consueto appuntamento con la stampa ha annunciato, per i prossimi giorni, una nuova ordinanza che consentirà di tornare gradualmente alla normalità in tempi più rapidi rispetto a quelli prospettati dal Governo nazionale.

Le iniziative

Nella Cattedrale di Cagliari la messa sarà celebrata in sardo, senza fedeli e sarà accompagnata dalle launeddas di Michele Deiana. Verrà trasmessa in tv e sulle pagine facebook.
Anche a Torino il circolo dei sardi festeggerà con un’iniziativa importante che ha coinvolto diversi personaggi conosciuti.
“Il corona virus non è riuscito a fermare nei circoli sardi la celebrazione di Sa die de sa Sardigna.
Per i sardi emigrati sarà ancora ‘festa’ e lo sarà ancora di più, nonostante l’emergenza e l’impatto antisociale del corona virus.
Nel mondo dell’emigrazione è sempre vivo, infatti, l’impegno per la riscoperta e la valorizzazione della storia e quindi della cultura e dell’identità del nostro popolo.” Comunica in una nota Enzo Cugusi Presidente dell’Associazione dei Sardi di Torino “A. Gramsci”.
L’Associazione dei Sardi “A. Gramsci”, ha deciso di far girare on line due lavori digitali che aiutino a ricordare gli eventi e i protagonisti della “Sarda rivoluzione”.
“L’intento è quello di rafforzare il sentimento di unità e l’importanza di restare connessi con la identità sarda. Nella consapevolezza che è il mondo dell’emigrazione il luogo dove più si valorizza la storia e quindi la cultura e identità del nostro popolo.” Conclude Cugusi.

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