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SANREMO: IL CORECOM SARDEGNA BACCHETTA AMADEUS

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Stasera si inaugurerà la 70esima edizione del Festival di Sanremo e come tutte le dizioni anche questa non è scevra da polemiche.  Fra le tante gaffe del direttore artistico, Amadeus, al secolo Amedeo Umberto Rita Sebastiani, quella ritenuta più clamorosa è relativa alle dichiarazioni infelici, non capite secondo il conduttore, nei confronti delle donne. Ad aggravare la situazione l’aver scelto tra i tanti concorrenti in lizza un cantante (se così può essere definito un rapper) che precedentemente alla kermesse ha inciso una canzone impregnata di termini violenti, sempre nei confronti delle donne. A poche ore del debutto il Corecom Sardegna presieduto da Susi Ronchi, ha diramato un comunicato in cui sottolinea il proprio pensiero:

“Con riferimento al dibattito che, nelle ultime settimane, ha preceduto la settantesima edizione del Festival di Sanremo, il Comitato regionale per le comunicazioni della Regione autonoma della Sardegna (CORECOM) ritiene inaccettabili parole e stereotipi utilizzati dal conduttore e direttore artistico del Festival, Amadeus, per presentare le undici donne che lo accompagneranno sul palco dell’Ariston e, ancor più, la scelta di includere tra i concorrenti del Festival il cantante Junior Cally, autore e interprete di testi e canzoni estremamente violente e sessiste.

In Italia, il contrasto alla violenza contro le donne e il conseguimento di una effettiva parità tra i generi restano ancora fortemente condizionati dagli stereotipi e dalla cultura sessista, troppo spesso presenti nel discorso mediatico nazionale, nel quale le donne continuano a essere marginalizzate e, come nell’esempio recente, rappresentate in modo palesemente stereotipato o, peggio ancora, apertamente sessista e violento.

“Stereotipi e sessismo incidono nell’immaginario e nell’agire collettivo e creano le condizioni per una giustificazione e una perpetuazione della violenza maschile sulle donne, presente ancora oggi nel nostro Paese in maniera sproporzionata”, come affermato in premessa al Piano Nazionale Antiviolenza. I media, con la loro capacità di influenzare l’opinione pubblica, sono uno dei cardini delle società democratiche e, in quanto tali, hanno il dovere di garantire la libertà d’informazione, la diversità di opinione e il pluralismo, di promuovere il rispetto dei diritti fondamentali della persona umana e della dignità personale e di lottare contro tutte le forme di discriminazione e di disuguaglianza.

Il Comitato regionale per le comunicazioni della Regione autonoma della Sardegna (CORECOM), in qualità di organo di consulenza per l’elaborazione e l’attuazione delle politiche regionali nel settore delle comunicazioni, è da sempre impegnato nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei media in merito al rischio legato alle rappresentazioni e discriminazioni sessiste e sostiene l’importanza di favorire una rappresentazione positiva delle donne, anche attraverso un corretto linguaggio di genere, nelle notizie, nella cronaca e nella produzione mediatica in generale.

Il Corecom Sardegna ricorda infine che l’utenza televisiva è costituita anche da minori e che il Codice di autoregolamentazione Tv e minori, sottoscritto dalle Imprese televisive pubbliche e private, ne riconosce il diritto a essere tutelati da messaggi che possano nuocere alla loro integrità psichica e morale.”

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