Politica

Schlein rilancia l’alternativa dalla piazza: “Ora fase nuova”

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ROMA – Elly Schlein è contenta a fine giornata: la segretaria Pd si presenta anche in sala stampa per salutare i giornalisti. E sorridente, “sono felicissima, è andata oltre ogni aspettativa”, secondo lo staff Pd sarebbero state addirittura 50mila le persone arrivate a piazza del Popolo per risvegliare “l’orgoglio democratico”, come lo definisce la segretaria. Di sicuro la piazza appare piena, tante bandiere, quelle del Pd e quelle arcobaleno, solo un paio di vessilli della Palestina sfuggiti ai controlli del servizio d’ordine: “Un bel colpo d’occhio”, ammette Giuseppe Conte dietro al palco, dove ha avuto modo di scambiare qualche chiacchiera con la padrona di casa.

Come accade ormai da tempo, il gruppo dirigente Pd resta intorno al palco, la scena viene lasciata alla società civile – associazioni di volontariato, studenti, sindacalisti, attivisti, sindaci etc. – mentre gli interventi politici sono quelli istituzionali: il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, in apertura, poi il presidente Pd Stefano Bonaccini e, infine, la chiusura affidata ovviamente alla Schlein. Una piazza che affronta tanti temi, come promesso alla viglia, ma che alla fine per la leader Dem può essere riassunta con un messaggio molto chiaro: “Da qui parte l’alternativa che vogliamo costruire al governo delle destre”.

E’ questo il punto fondamentale che riassume tutti gli altri, la risposta ai tanti allarmi lanciati dal palco per tagli alla sanità, come per il premierato annunciato dalla Meloni, fino alla crisi climatica e ai “tagli” della manovra. Perché se “un anno di governo Meloni non prodotto nessun risultato positivo per il Paese”, ora tocca alle opposizioni assumersi la responsabilità di offrire un’altra proposta di governo. La Schlein cita Pedro Sanchez che “ha dimostrato che le destre si possono fermare”. Obiettivo possibile ad una condizione, però: “L’alternativa c’è, se la facciamo vivere insieme. Continueremo a cercare convergenze con le altre forze di opposizione con grande spirito unitario. Sentiamo la responsabilità di costruire l’alternativa”.

Certo, precisa per rassicurare i potenziali alleati, “il Pd non ha alcuna presunzione di autosufficienza, è a disposizione per lavorare insieme”. Ma resta il fatto che “senza il Pd non si può costruire l’alternativa a questo governo, siamo qui per costruire l’opposizione su questioni concrete, non su formule astratte”. Parole che sembrano dirette soprattutto a Giuseppe Conte e Carlo Calenda, i due alleati-non alleati che sembrano sempre preoccupati di mantenere le distanze dal Pd, anche quando si fanno battaglie comuni. Il leader di Azione non si è proprio presentato, mentre il capo M5s ribadisce la sua preferenza per una relazione non così vincolante: “Io sono per il campo giusto, non per il campo largo, siamo qui per confermare il dialogo già avviato con il Partito Democratico e anche per confermare tutto il nostro dissenso, forte dissenso, e tutte le azioni di contrasto alle politiche del governo”.

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