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Strage di Capaci 29 anni dopo per non dimenticare. Mattarella: “o si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi. Non vi sono alternative”

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone,in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio. (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
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Il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci con una bomba composta da 500 kg di tritolo, furono uccisi in un attentato mafioso il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

A ricordare la tragedia e le vittime di quel lontano 23 maggio è intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Durante la cerimonia commemorativa in occasione dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, Mattarella ha iniziato il suo discorso con i saluti. Un saluto particolarmente sentito per tutti i giovani definiti “segno di speranza per il futuro del nostro Paese”.

Il discorso del Presidente

Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti. Un ringraziamento particolare vorrei rivolgere, come ogni anno, a Maria Falcone. Va iscritto a merito suo e della Fondazione che preside e anima con tanta passione, se questo anniversario, di per sé triste e angosciante, è diventato, anno dopo anno, occasione di riscatto e di consapevolezza; che ha dinamicamente coinvolto, in numero crescente, diverse generazioni di giovani.

L’onda di sdegno e di commozione generale, suscitata dai gravissimi attentati a Falcone e a Borsellino, il grido di dolore e di protesta che si è levato dagli italiani liberi e onesti è diventato movimento, passione, azione. Hanno messo radici solide nella società. Con un lavorio paziente e incessante, hanno contribuito a spezzare le catene della paura, della reticenza, dell’ambiguità, del conformismo, del silenzio, della complicità.

La mafia, lo sappiamo, esiste tuttora. Non è stata ancora definitivamente sconfitta. Estende i suoi tentacoli nefasti in attività illecite e insidiose anche a livello internazionale. Per questo è necessario tenere sempre la guardia alta e l’attenzione vigile da parte di tutte le forze dello Stato. Ma la condanna popolare, ampia e possente, ha respinto con efficacia, in modo chiaro, corale e diffuso, i crimini, gli uomini, i metodi, l’esistenza della mafia.

Nessuna zona grigia, nessuna omertà né tacita connivenza: o si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi. Non vi sono alternative.

La mafia teme, certamente, le sentenze dei tribunali. Ma vede come un grave pericolo per la sua stessa esistenza la condanna da parte degli uomini liberi e coraggiosi.

La mafia ha sicuramente paura di forze dell’ordine efficienti, capaci di contrastare e reprimere le attività illecite. Ma questa paura l’avverte anche di fronte alla ripulsa e al disprezzo da parte dei cittadini e soprattutto dei giovani.

La mafia, diceva Antonino Caponnetto, «teme la scuola più della Giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa».

Una organizzazione criminale, che ha fatto di una malintesa, distorta e falsa onorabilità il suo codice di condotta, in questi ultimi decenni ha perduto terreno nella capacità di aggregare e di generare, anche attraverso il terrore, consenso e omertà tra la popolazione.

La mafia, con queste premesse, non è invincibile. Può essere definitivamente sconfitta, realizzando così la lucida profezia di Giovanni Falcone.

 

I giovani in prima linea

Cari ragazzi che ascoltate, – continua il Presidente – 

al contrario di quanto i mafiosi speravano, la conseguenza del sacrificio di Falcone, Borsellino e di chi si trovava con loro è stato il grande aumento della diffusione, permanente nel tempo, di una mentalità nuova, di consapevolezza e di rifiuto del fenomeno mafioso.

Provenendo da Punta Raisi si passa accanto al monumento che rammenta la terribile strage di Capaci: è un punto coinvolgente, di forte ricordo.

Voi giovani, che gridate no alle compromissioni, alle clientele, alle complicità, alla violenza, costituite un monumento vivo, dinamico e prezioso.

In voi si esprime la voce della società contro condizionamenti illeciti, intrighi, prepotenze, violenza sopraffattrice; la voce dell’Italia che chiede che tutti e ovunque possano sentirsi realmente e pienamente liberi nelle proprie scelte e nelle proprie iniziative. In definitiva, la voce della civiltà e della storia.

Discorso completo del Presidente

Fonte: Quirinale 

 

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