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SULLE TRACCE DELL’EPOPEA DEL BOUNTY: L’ISOLA DI PITCAIRN

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SULLE TRACCE DELL’EPOPEA DEL BOUNTY: L’ISOLA DI PITCAIRN

Un minuscolo coriandolo perduto nell’oceano Pacifico, l’isola di Pitcairn, unica abitata di un piccolo arcipelago lontanissimo dalle altre terre emerse (le più vicine sono le isole Gambier a 437 km di distanza), è affascinante non solo per il suo isolamento e i suoi paesaggi tropicali, ma perché le sue vicende sono legate all’ammutinamento più famoso della storia.

IL BOUNTY

Replica della nave

La nave HMS Bounty partì dall’Inghilterra il 15 Ottobre 1787 alla volta di Tahiti, con la missione di riportare in patria diversi esemplari di albero del pane. A causa di un viaggio difficoltoso (la nave non riuscì a doppiare Capo Horn e dovette prendere la rotta più lunga attraverso il Capo di Buona Speranza), il Bounty arrivò a Tahiti nell’ottobre 1788 in una stagione inadatta alla coltura degli alberi. Questo costrinse la nave a stazionare per cinque mesi a Tahiti e dette il tempo a molti uomini dell’equipaggio di intrecciare relazioni con le tahitiane. Il 4 aprile 1789 il Bounty salpò da Tahiti per far ritorno in Inghilterra. Ma diversi problemi sorsero tra il capitano William Bligh e diversi membri dell’equipaggio, in particolare l’ufficiale Fletcher Christian. A causa di un furto di noci di cocco, Bligh diminuì le razioni, alimentando così i malumori a bordo.

È interessante notare che tutte le trasposizioni cinematografiche della tragedia del Bounty dipingano Bligh come un tiranno e Christian come un eroe. Tuttavia, dalle varie testimonianze non sembra che Bligh fosse più severo della media dei capitani della Royal Navy. In ogni caso la sua severità non sembrerebbe tale da giustificare un ammutinamento. Probabilmente i mesi trascorsi a Tahiti e le relazioni con le donne tahitiane contribuirono grandemente alla ribellione.

Il 28 aprile, durante la notte, quando la nave si trovava nei pressi di Tonga, un gruppo guidato da Fletcher Christian si introdusse nella cabina di Bligh e dette via all’ammutinamento.

Una scena del film del 1984. Bligh è interpretato da Anthony Hopkins e Fletcher Christian da Mel Gibson.

Il capitano Bligh fu abbandonato su una scialuppa in mare aperto assieme a 18 membri dell’equipaggio rimastigli leali.

La nave non si diresse subito a Tahiti, ma cercò un’isola su cui fondare una colonia e la individuò in Tubuai. Ma dopo due mesi gli inglesi dovettero abbandonare l’isola a causa di contrasti con gli indigeni. Fecero ritorno a Tahiti, dove i capi indigeni non li accolsero favorevolmente perché avevano capito cosa era successo e temevano le ritorsioni della Marina britannica.

Un gruppo, guidato da Christian, che comprendeva otto altri ammutinati, sei tahitiani, 12 tahitiane e un bambino abbandonò Tahiti e fece rotta verso est, alla ricerca della misteriosa isola di Pitcairn, scoperta nel 1767, ma segnata sulle carte con un errore che risultò poi essere di circa 150 miglia nautiche.

Questo, si sperava, avrebbe reso gli ammutinati introvabili per lungo tempo.

Fletcher Christian riuscì a trovare l’isola, di minuscole dimensioni (circa 47 km quadrati) ma fertile e con sorgenti di acqua dolce.

Qualche giorno dopo l’arrivo, gli ammutinati dettero fuoco alla nave nell’attuale Bounty Bay.

DISORDINI NELL'ISOLA

Dopo un primo periodo pacifico, gli uomini cominciarono ad ammazzarsi tra di loro (sembra che gli inglesi trattassero i tahitiani come schiavi e gli uomini litigassero sempre per il “possesso” delle donne), creando una realtà simile al Signore delle mosche.

Nel 1800 John Adams rimase l’unico maschio adulto sopravvissuto. Ispirato dalla religione, Adams cominciò a educare le dieci donne e i 23 bambini con la Bibbia e i libri trovati sul Bounty.

Adamstown era un piccolo insediamento quando, nel 1808, la nave americana Topaz riscoprì Pitcairn svelando il mistero che per 19 anni aveva avvolto la sorte degli ammutinati del Bounty.

Adamstown

TRASFERIMENTI

Per evitare la sovrappopolazione della minuscola isola, nel 1856 tutti gli abitanti furono trasferiti nell’isola di Norfolk, ex colonia penale al largo della Nuova Zelanda. Molti rimasero lì, ma dopo pochi anni 16 persone decisero di fare ritorno a Pitcairn.

LO SCANDALO E I PROCESSI

Un destino tragico sembra appartenere ai discendenti degli ammutinati. La minuscola comunità di Pitcairn è stata sconvolta da un processo per violenze sessuali e pedofilia contro metà dei maschi adulti dell’isola. Nell’ottobre 2004 un tribunale speciale, composto da giudici giunti apposta dalla Gran Bretagna e dalla Nuova Zelanda, ha condannato sei uomini – tra cui l’allora sindaco Steve Christian, discendente di Fletcher Christian – con sentenze fino a sei anni di carcere, dichiarandoli colpevoli di abusi sessuali sulle donne e i minori dell’isola nell’arco di decenni. L’intera vicenda ha suscitato un grande dibattito: numerose persone, tra cui alcuni intellettuali, hanno osservato che il microcosmo di Pitcairn non poteva che funzionare con regole proprie e seguendo i costumi polinesiani piuttosto che quelli occidentali.

Attualmente Pitcairn si impegna al massimo per garantire la sicurezza dei minori e di tutti i suoi abitanti.

PITCAIRN OGGI

La popolazione di 50 abitanti è interamente composta dai discendenti degli ammutinati del Bounty e delle loro compagne polinesiane: tutti gli abitanti portano il cognome dei marinai che colonizzarono l’isola e la lingua parlata è un curioso ibrido tra l’inglese settecentesco e i dialetti tahitiani. La nascita della piccola Emily Rose nel 2003 ha marcato la nona generazione sull’isola.

Articolo scritto da Claudia Desogus

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