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Tajani a Riad: “C’è voglia d’Italia, opportunità da non perdere”

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RIAD – Riaffermare l’amicizia tra Italia e Arabia Saudita, ribadire la natura strategica della cooperazione tra i due Paesi, rafforzare il partenariato economico. Con questi obiettivi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è giunto ieri a Riad per una visita di due giorni ricca di appuntamenti. Al suo arrivo nella capitale saudita, il titolare della Farnesina è stato accolto dal ministro degli Investimenti, Khalid Al Falih, con cui aveva già avuto un incontro a inizio settembre a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio. “Vogliamo incrementare il numero delle nostre imprese che lavorano” in Arabia Saudita, “vogliamo esportare il nostro saper fare”, ha confermato il titolare della Farnesina al collega del governo di Riad.

In Arabia Saudita, ha sottolineato Tajani, “c’è grande voglia di lavorare con l’Italia, di investire e di essere presenti nel nostro territorio nazionale, così come quella di accogliere qui investimenti da parte del nostro Passe”. Insomma, il clima è “positivo” e l’Italia “non può permettersi di perdere questa opportunità”. E ancora: “Vogliamo essere più presenti e fare accordi che siano frutto di un partenariato strategico che ci permetta di fare un salto di qualità”, ha insistito Tajani. L’Arabia Saudita, d’altra parte, è un partner economico di grande importanza per l’Italia nel Golfo, il Paese della penisola arabica con cui intrattiene le relazioni più longeve.

L’interscambio commerciale è in fase di espansione ed è cresciuto nel 2022 del 40% rispetto all’anno precedente, raggiungendo gli 11,5 miliardi di euro. L’Italia rappresenta il 9° fornitore dell’Arabia Saudita. E nel settembre scorso Roma e Riad hanno sottoscritto un Memorandum sulla promozione degli investimenti diretti, a conferma dell’importanza che il governo italiano attribuisce a possibili nuovi investimenti sauditi in Italia in settori di rilevanza strategica. In Arabia Saudita, poi, esiste già una significativa presenza di imprese italiane, in particolare nei settori energetico, industriale e infrastrutturale. Ma il governo ritiene che ci siano notevoli margini di crescita della cooperazione bilaterale. D’altra parte, il grande piano di sviluppo saudita Vision 2030, secondo Tajani, potrebbe offrire interessanti opportunità per le aziende italiane in diversi settori, e in particolare turismo, innovazione, intelligenza artificiale, energie rinnovabili e intrattenimento.

Non è un caso, dunque, che al suo arrivo a Riad, presso la residenza dell’ambasciatore italiano, Tajani abbia incontrato un gruppo di rappresentanti delle nostre imprese. Ma anche l’ex Ct della nazionale e attuale commissario tecnico dell’Arabia Saudita, Roberto Mancini. A tutti gli esponenti dell’imprenditoria italiana Tajani ha assicurato che “il governo li accompagna e li segue” anche in questo Paese, sottolineando “l’importanza” che l’esecutivo attribuisce alla “diplomazia della crescita”. Ma Riad, per l’Italia, gioca un ruolo di primo piano anche su altri dossier. Per una soluzione della guerra in Ucraina, ad esempio, l’Arabia saudita ha organizzato una conferenza a Gedda, che Tajani ha definito un “momento di svolta” grazie alla partecipazione della Cina, che può avere un ruolo decisivo per indirizzare il conflitto su un percorso di pace. Inoltre il governo saudita può fornire un contributo decisivo anche per il controllo dei flussi migratori dall’Africa, continente sui cui ha indirizzato numerosi investimenti per la crescita.

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