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TAMPONE PER IL COVID-19: LA PAROLA DI UN ESPERTO

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La cronaca di tutti i giorni, ormai, conduce ormai la nostra attenzione principalmente su quanto sta accadendo in Italia e in tutti paesi colpiti dal Corona Virus, dal momento che riguarda la nostra e altrui salute. Sui giornali e sulla rete apprendiamo le più svariate notizie, dalle più tragiche riguardanti le morti (troppe!) che affliggono una parte della popolazione, fino ad arrivare allo studio di vaccini o l’utilizzo di medicinali, già in commercio, adatti a combattere questo terribile male. Essendo il nostro un paese di quasi sessanta milioni di allenatori (di calcio), giuristi (esperti di buona e robusta Costituzione) e, dulcis in fundo, medici, scienziati e virologi (titoli accademici: appassionati di Grey’s Anatomy), ho ritenuto importante informarmi il più possibile sull’argomento COVID-19, con il precipuo compito di informare i lettori al meglio senza offrire pareri non richiesti e senza solide basi. Ho contattato, per questo, Enrico Tinti, Presidente Federlab Sardegna, Associazione di laboratori di analisi e Commissario per la Sardegna dell’Ordine dei Biologi. Tinti è anche Direttore di un laboratorio di analisi accreditato. A lui ho chiesto esplicitamente delucidazione sui tamponi, cosa siano e come funziona la procedura di controllo. Di seguito ho riportato un mini documento esplicativo stilato per dar modo a tutti di avere chiare le idee su tamponi, diagnosi e screening di cui tanto si sente parlare.

COVID-19 CHE TEST FARE? 

Ormai è un mantra, così piccolo e invisibile che ci invade la vita. Coronavirus o meglio per chiamarlo col nome esatto e non con quello della famiglia di appartenenza: Covid-19 

Quali sono le linee guida e quale il significato clinico dei test diagnostici? 

Bene, innanzitutto bisogna sapere che trattandosi di una specie nuova per il genere umano le conoscenze che abbiamo su tale virus sono ancora parziali e frammentarie. 

Conosciamo l’RNA virale che è stato sequenziato (ovvero si conosce la sequenza delle basi azotate che ne costituiscono la catena) dai nostri bravi ricercatori 

Conosciamo, perché lo stiamo provando sulla nostra pelle, come si sviluppa la malattia causata dal virus. 

Non conosciamo esattamente la sua resistenza alla temperatura (alta o bassa che sia) e agli agenti fisici in generale (radiazioni solari ad esempio, temperatura, essicamento etc..). 

Non conosciamo l’andamento della risposta immunitaria nei suoi confronti e se questa risposta sia permanente o no. 

Per tutti questi motivi il test di elezione per conoscere la positività o meno è il cosiddetto tampone. Va precisato che il tampone altro non è che il metodo di campionamento usato: ovvero un tampone dell’oro-faringe per la raccolta di muco infetto. L’esame che viene eseguito è il sequenziamento tramite tecnica di amplificazione genica (PCR) e il confronto della sequenza trovata con la sequenza genica fornita dall’Istituto di scienze biomediche Sacco (isolato dai primi infetti italiani da coronavirus Covid-19). 

Solo tre istituti in Italia sono autorizzati a fare diagnosi di patologia da Covid-19, nessuno in Sardegna. 

L’alternativa sono i test di screening con la ricerca della presenza di anticorpi delle classi IgG e IgM ma tali test presentano delle limitazioni. 

Il problema è che ogni virus causa la produzione da parte dell’organismo di anticorpi di queste classi con una curva ben specifica per ogni specie virale e nel caso di Covid-19 questa curva non è ancora conosciuta. 

Da subito vengono prodotti gli anticorpi della classe IgM, meno specifici e meno capaci di fermare l’infezione. In un secondo momento si formano gli anticorpi della classe IgG, più specifici e migliori per contrastare l’infezione. Rappresentano la memoria immunitaria dell’organismo. 

Nel caso del Covid-19 ancora non sappiamo dopo quanto tempo si producano le IgG e se queste siano permanenti ovvero se la memoria immunitaria sia permanente e capace di impedire il ripetersi dell’infezione. Inoltre come segnalato dalla AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani) nei test ancora non utilizzati in maniera ampia potrebbero verificarsi interferenze con altri virus della famiglia coronavirus (responsabili perlopiù di raffreddori) e si darebbe origine ad errata diagnosi di falsi positivi. 

Enrico Tinti – Commissario ONB Sardegna 

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