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Tevez si ritira. L’addio del ‘calciatore del popolo’

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Eredi de D10S e cresciuti sotto l’astro (ed estro) di Diego Armando Maradona. Nascere negli anni ‘80 in Argentina forse era bellissimo, ma anche impegnativo. Ancor di più quando reincarni il tuo cuore, la tua famiglia e il tuo vivere con una sola squadra: il Boca Juniors.

“​Non ho più niente da dare al Boca, che mi ha sempre chiesto il 120 per cento e non sono più in grado di darlo“. Carlitos Tevez lascia il calcio, lascia il Boca, lascia il pallone preso a calci nel quartiere ​Ejercito de Los Antes, dove si cresce tra difficoltà e bivi che possono cambiare radicalmente una vita. Lui prese la strada giusta. Quella della Bombonera.

Tre vite calcistiche al Boca: la prima, da adolescente, in prima squadra dal 2002 al 2005; la seconda, da figliol prodigo, tornato a casa dopo aver banchettato in Europa, dalla Premier alla Juventus; la terza, quella del grande veterano che, dopo un anno in Cina, vuole alzare al cielo l’ultimo trofeo.

192 presenze, 61 gol, 30 assist, una Libertadores, una copa Sudamericana, una Coppa Intercontinentale, 5 campionati d’Argentina, un oro Olimpico. Il primo gol realizzato alla Bombonera contro l’Olimpia Asuncion in Libertadores e l’ultimo contro il River Plate, l’eterno rivale, con un colpo di testa nella sfida del 16 maggio.

“Il Boca ti porta a dare il massimo, molto più del tuo massimo e io non sono più in grado di darlo”. Una dichiarazione d’amore: fare un passo indietro davanti alla magnificenza della tua squadra del cuore, esempio dal primo giorno all’ultimo. La storia tra il Boca e Tevez non finirà: “​Non continuerò al club. Non è un addio, ma un arrivederci a prestoSarò sempre lì per i tifosi. Voglio andarmene come Carlitos del popolo”.

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