Cultura

Una nuova ed inquietante torre scoperta in Messico: incastonati più di 600 teschi umani

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Nuovi scavi condotti in Messico sono riusciti a riportare alla luce una torre con più di 600 teschi umani. Secondo l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia della capitale del paese, le pareti conservano le teste di quelli che potrebbero essere stati dei sacrifici umani, compiuti nella non così tanto antica civiltà azteca.

Intorno al XV-XVI secolo d.C., il prestigio di questa società pre-colombiana divenne noto per gran parte dell’America centro-meridionale. Si suppone che i domini aztechi si espansero per tutto il Messico e la capitale, Tenochtitlan, fosse una tra le più note in tutto il continente americano.

In quell’epoca non era inusuale costruire delle torri con i teschi umani. L’obiettivo era ben preciso: rendere chiaro il proprio potere agli occhi della popolazione comune.
Si suppone che tutti quegli uomini, donne e bambini presenti sulle mura della torre, ritrovati recentemente nel sito archeologico di Huey Tzompantli, siano morti tra il 1486 e il 1502.

Il loro sacrificio potrebbe aver fatto parte di un progetto più grande, magari un templio, dedicato al dio Huitzilopochtli, una divinità associata al Sole, la guerra e i sacrifici umani, oltre ad essere il protettore della città di Tenochtitlan. 


Come spiegato dagli studiosi, è probabile che i più di 600 teschi trovati erano considerati alla stregua di un trofeo e usati come decorazione. Gli aztechi li chiamavano “tzompantli” e venivano posti sulla pietra subito dopo l’uccisione del sacrificato. Ma prima le teste venivano “pulite” da tutto ciò che era l’esterno al fine di lasciare solo le ossa.

Gli archeologi, che hanno condotti gli scavi a Città del Messico, sono scesi a più di 3,5 metri di profondità sottoterra prima di poter trovare qualcosa. Per alcuni è stato sorprendente, a tratti scioccante, capire a cosa si stavano approcciando realmente.
Infatti, per quanto si stia imparando a conoscere in maniera sempre più dettagliata il fenomeno degli “tzompantli”, gli studiosi erano convinti che i teschi appartenessero a prigionieri di guerra, solitamente uomini, o a rivali politici importanti. Tante erano le supposizioni, ma alla fine ci si è resi conto che tra quelle mura sotterranee ci fossero anche le teste di donne e bambini.
È plausibile, allora, pensare che vi fossero delle persone specifiche destinate ad essere sacrificate agli dei e che il loro destino, fin dal principio, era quello di diventare doni per delle entità superiori e poi essere esposti come trofei di caccia su pareti di pietra.

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