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Villacidro premiazione dei vincitori del Premio internazionale di arte contemporanea Dino Marchionni

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Venerdì 7 giugno alle 18 nel Museo MAGMMA di Villacidro (nel Palazzo Arcivescovile di via Vittorio Emanuele 15) si svolgerà la serata di premiazione del Premio internazionale d’arte Marchionni, giunto quest’anno alla nona edizione.

Organizzata dalla Fondazione Estetica & Progresso per celebrare la figura di Dino Marchionni, il fine incisore urbinate che negli anni Cinquanta scelse di vivere a Villacidro, la serata incoronerà i due vincitori, scelti tra i tra una rosa di di quaranta finalisti (venti per ciascuna delle due sezioni Grafica e Pittura).

Stavolta la premiazione avrà però un sapore speciale: quest’anno cade il trentesimo anniversario della scomparsa di Dino Marchionni, e per l’occasione sarà esposta per la prima volta una “Opera ritrovata” dell’artista urbianate. Si tratta di un dipinto all’acqurello del 1974, ritrovato dal figlio dell’artista, Walter Marchionni, direttore artistico e creativo del MAGMMA.

Quest’anno sono state 453 le opere iscritte al concorso, provenienti da Italia, Macedonia, Spagna, Austria e Olanda.

I FINALISTI. Per la sezione Grafica i finalisti sono: Sara Paravagna, Grazia Salierno, Flaviano Ortu, Andrea Benatti, Giampiero Abate, Claudio Sapienza, Andrea Pani, Manuela Dore, Marilena  La Mantia, Massimo Ballardin. Simone Fochesato, Sandro Giordano, Mauro Squarzanti, Vanja Kashavelska, Simone Geraci.

Per la sezione Pittura sono in finale: Massimo Ballardin, Gianluigi Antonelli, Claudio Sapienza, Alek Ferrari, Andrea Benatti, Andrea Sanna, Giampiero Abate, Marco Corridoni, Lauro Muolo, Nicola Pellizzaro, Sara Paravagna, Roberta Sacco, Sandro Cremonese, Sinisha Kashawelski, Stefano Santi, Salvatore Alessi.

LA GIURIA. A giudicare i lavori è stata anche quest’anno una giuria di qualità composta da Umberto Palestini, direttore dell’Accademia di Belle Arti Urbino (tra le istituzioni artistiche più importanti d’Italia), Vitaliano Angelini, presidente Incisori Urbinati, Laura Martinelli, responsabile attività culturali del museo Cà La Ghironda di Zola Predosa (Bologna), Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, Giorgio Sorrentino, della Galleria Artesanterasmo di Milano,  e Arialdo Ceribelli, direttore, antiquario, collezionista della  Galleria Ceribelli di Bergamo.

I PREMI. Ai vincitori assoluti andrà un premio di 1.000 euro più un’esposizione personale nell’Archivio Lazzaro di Milano prestigiosa istituzione artistica che offrirà anche una collaborazione, ed il Premio Speciale “Cà la Ghironda”, che consiste in una personale nelle Sale del più prestigioso Museo privato in Italia.

ROSSOPASSIONE. Durante la serata di venerdì sarà premiato anche il vincitore del Premio Rossopassione che da questa edizione si celebra insieme al Premio Marchionni. Il premio nasce nel 2017 con lo scopo di trovare l’opera che maggiormente si avvicina ai desideri di possesso, ma anche quella che maggiormente si accosta, con criteri neuroscientifici, ad una percezione ottica positiva nell’individuo.  Elemento essenziale è il colore rosso. Quest’anno sono in finale: Sara Paravagna, Vanja Kashawelska, Stefano Santi, Andrea Sanna, Maurizio Recchia, Salvatore Alessi.

Le opere finaliste del Premio Marchionni e quelle del Premio Rossopassione resteranno in esposizione al MAGMMA sino al 31 luglio e potranno essere visitate previo appuntamento da concordare via mail, scrivendo a info@premiomarchionni.it o telefonicamente al numero +39 340 347 3320.

Informazioni: tel. +39 340 347 3320; info@premiomarchionni.itwww.premiomarchionni.it/

Con il contributo di: Fondazione di Sardegna.

DINO MARCHIONNI

Dino Marchionni nasce ad Urbino il 20 giugno 1932. Nella città dei Montefeltro, città natale di Raffaello Sanzio, si è diplomato presso l’Istituto d’Arte e successivamente ha frequentato l’Accademia Raffaello nella sezione di Litografia per la decorazione ed illustrazione del libro dove si diploma nel 1954 con l’illustrazione del libro di Prosper Merimeè “La Carrozza del SS Sacramento”. Nello stesso Istituto ad illustrare altrettanti testi furono: Salvatore Fiume, per ben due volte, Remo Brindisi ed Emilio Greco.

Dall’ottobre del 1954 si trasferì a Villacidro dove ha insegnato Educazione Artistica per trent’anni. Dapprima alla scuola dell’avviamento, di seguito, e in successione, presso il Seminario Vescovile, il Liceo Classico ed infine la scuola media “Antioco Loru”.

Nei primi anni vissuti a Villacidro Dino Marchionni si esprime essenzialmente con le tecniche a lui più care in quel periodo, retaggio degli studi appena terminati all’Accademia di Urbino.

La litografia, la linoleumgrafia, il monotipo, e le altre tecniche di incisione che tra l’altro sono oggetto di insegnamento presso gli istituti dove presta servizio.

Sono di questo periodo le realizzazioni con la tecnica della litografia di una serie di figure in bianco e nero e una serie di tauromachie, sempre con la tecnica della litografia, dove è forte l’influsso del Goya, autentico ispiratore dei giovani grafici ed incisori delle Accademie di mezza Europa.

Questo periodo, che possiamo inserire tra il 1954 ed il 1965, è ricco di esperienze soprattutto legate all’attività didattica.

Dalla metà degli anni sessanta inizia un periodo prolifico accostandosi a tecniche quali l’acquerello ed il graffito che saranno, negli anni successivi, il baluardo del suo percorso artistico.

Nel 1966 Dino Marchionni termina la realizzazione della prima grande opera con la tecnica del graffito: “Simbiosi” (titolo originario “L’ulivo”). Simbiosi, realizzata in quasi due anni, è il crocevia della nuova produzione artistica di Marchionni per quanto riguarda il graffito. Infatti affianca all’utilizzo del bulino, con il quale realizza le centinaia di foglioline dell’ulivo secolare, una normale lametta per grattare la cera nera sovrastante, onde poter liberare il giallo ed il rosso per poter creare il contrasto tra lo sfondo e l’albero. In questo periodo realizza alcuni graffiti, poche unità (cinque o sei), con tematiche legate alla neve e quindi con lo strato sottostante il nero, di color bianco; di queste opere, tuttora, se ne trovano tre pezzi.

La tecnica del graffito richiedeva ovviamente un’attenzione particolare e comunque superiore a qualsiasi altra tecnica. Proprio per la sua particolarità non concedeva distrazioni e conseguentemente errori.  Una volta asportata la materia (il colore a cera) era del tutto vano ogni tentativo di ricomposizione della materia stessa. Questo è il motivo per cui Dino Marchionni, quando si cimentava nella realizzazione di un’opera a graffito, doveva acquisire la massima concentrazione in un contesto di tranquillità e serenità; il lavoro minuzioso e lento, e quasi maniacale, gli ha consentito di ottenere, in quaranta anni, una produzione di opere a graffito che non supera i cento pezzi.

Alla fine degli anni sessanta, contemporaneamente allo sviluppo della tecnica del graffito, Dino Marchionni affina la tecnica dell’acquerello. Da questo momento in poi e per tutti gli anni settanta, la sua attività si concentra prevalentemente sull’acquerello. Questo è anche il periodo in cui Dino Marchionni si affaccia al grande pubblico con una serie di mostre personali; Oristano, Villacidro ed una serie di mostre collettive nella penisola.

Ma le soddisfazioni dell’artista-professore sono legate soprattutto alla sua attività didattica. In questo periodo i riconoscimenti verso gli elaborati dei suoi alunni, che partecipano ai concorsi anche internazionali, sono numerosi. Fra tutti spicca il Premio dell’UNESCO del 1978/79 sul tema dell’ambiente.

Negli anni ottanta Marchionni, raggiunta la piena maturità artistica, alterna la produzione di acquerelli con quella dei graffiti. Sono anni in cui nasce l’idea, sviluppata con Marcello Serra, di realizzare una serie di opere a graffito che hanno come tema la spiritualità, attraverso la rappresentazione delle maggiori cattedrali romanico-pisane della Sardegna.

Questo progetto, consistente e articolato, assorbe gran parte dell’attività artistica di Dino Marchionni; per questo motivo, nel 1984 dopo trent’anni di insegnamento, lascia la scuola. Nel 1998 il Comune di Villacidro e la Presidenza del Consiglio Regionale realizzarono un’opera postuma dal titolo “Le Cattedrali” edito da Progetto Sardegna.

Dal quel momento in poi e fino alla sua scomparsa, che avverrà a Villacidro l’11 dicembre del 1994, la produzione artistica si fa più intensa e variegata. Le mostre personali si alternano più frequentemente; da citare sono quelle allestite ad Oristano, Villacidro, Cagliari, Macomer. Numerose sono anche le partecipazioni ad esposizioni nazionali ed internazionali: Cannes, Montecarlo, Milano, Fano e Gorizia. Le sue opere si trovano sia in collezioni private che pubbliche: Ufficio del Sindaco di Villacidro, Pinacoteca Comunale di Oristano, Palazzo della Regione Sarda.

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