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Carenza medici di base. L’appello di un giovane dottore del Sulcis

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La fragilità del sistema sanitario è stato evidenziato dall’arrivo della pandemia e ha colpito tutti i settori della medicina. Dagli ospedali non organizzati a sopportare un evento catastrofico come il covid, al personale sanitario che soffre ornai da anni per la carenza del personale. Ultimamente anche il comparto dei medici di base non riesce più a sostituire tutti i dottori che per raggiunti limiti di età sono andati in pensione. A pagarne le conseguenze i pazienti che, in alcuni paesi, sono privi di ogni supporto medico non avendo, la Regione Sardegna, sostituito il personale mancante.  Tanti i primi cittadini che hanno protestato per questa grave carenza, qualche sindaco è arrivato a fare una delibera in cui si recita che “sia vietato ammalarsi di covid” proprio perché il paese è sprovvisto di medico di famiglia. Eppure tanti sarebbero i professionisti della salute che ambirebbero ad avere l’incarico in un paese. Tra questi anche Federico Contu, medico dell’Usca di Carbonia ma anche guardia medica a Sant’Anna Arresi, che in un post su fb scrive “Eppure i medici di famiglia ci sono. I rapporti di questi medici con il SNN è regolamentato da un accordo nazionale chiamato ACN: secondo questo accordo a Marzo di ogni anno la regione dovrebbe pubblicare e poi entro 20 giorni assegnare gli ambiti carenti ovvero quelle zone di territorio dove non ci sono abbastanza medici di famiglia rispetto alla popolazione generale. In Sardegna siamo in ritardo di 4 anni rispetto all’assegnazione di questi ambiti. Quelli 2018 e 2019 sono stati individuati nel 2020 ma mai assegnati. Quelli 2020 mai nemmeno individuati. Sarebbe pertanto opportuno ricordare a questi comuni che non c’è bisogno di cercare i medici di famiglia a Cuneo (notizia tratta dal un quotidiano sardo) basterebbe che la Regione si decidesse ad assegnare queste aree carenti. Siamo in molti, giovani medici di famiglia, ad aspettare una assegnazione per un nostro ambulatorio.

Chissà che l’accorato appello del giovane medico sulcitano non venga ascoltato da chi avrebbe dovuto risolvere questo annoso problema, magari pubblicando i bandi per le assegnazioni delle sedi.

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