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Il Presidente Christian Solinas indagato per corruzione-riciclaggio

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Corruzione e riciclaggio. Queste le accuse, formulate dalla Procura di Cagliari, che vedono indagato il governatore sardo Christian Solinas, il suo consulente Christian Stevelli -dirigente del Psd’Az- l’imprenditore Roberto Zedda e Roberto Raimondi, direttore generale dell’Ufficio dell’autorità di gestione del programma operativo Eni Cbc Bacino del Mediterraneo. Sono due i filoni dell’inchiesta sui quali sta indagando il pm Giangiacomo Pilia, il primo è legato a un’operazione immobiliare che avrebbe consentito a Solinas di acquistare un’abitazione nei pressi del Poetto, la spiaggia del capoluogo sardo. “Solinas – riporta l’Unione sarda- avrebbe sottoscritto con l’imprenditore cagliaritano Roberto Zedda un preliminare di vendita per 550.000 euro per una porzione di una vecchia abbazia a Capoterra acquistata nel 2002 per circa 40.000 euro. Alla fine la vendita è stata perfezionata. Secondo una consulenza fatta fare dalla Procura il prezzo pagato sarebbe oltre dieci volte maggiorato rispetto al valore di mercato, occultando in questo modo una presunta tangente”. L’altro filone riguarda presunte pressioni per la nomina di Raimondi al vertice dell’Enpi: “Il manager perugino, secondo l’ipotesi della Procura, avrebbe ottenuto la nomina in cambio della promessa di una laurea ad honorem in Medicina per il governatore in un ateneo a Tirana – è spiegato nell’Unione – oltre a corsi di docenza universitaria nell’università albanese e in una romana la Unilink, che può essere frequentata anche online“.

Sotto il profilo umano dispiace, esprimo la mia vicinanza e solidarietà a Christian, nella speranza che sia nella condizione di poter dimostrare la sua innocenza – il commento alla ‘Dire’ di Emanuele Cera, vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale -. Ce lo auguriamo tutti. Noi siamo garantisti, lo siamo sempre stati, e ci affidiamo alla magistratura che farà luce anche su questa vicenda, auspicando che il governatore possa uscirne senza nessuna responsabilità. E’ evidente che la preoccupazione è tanta, così come è tanto il dispiacere: purtroppo questa vicenda condizionerà il buon andamento dell’amministrazione, succede a tutti i livelli“.

Al di là degli aspetti giudiziari, continuiamo a considerare preoccupanti gli aspetti politici. Tutta la legislatura è stata caratterizzata da vicende opache, spesso segnalate dall’opposizione e platealmente ignorate da presidente e giunta. E questo, a prescindere dagli sviluppi che ci saranno, non è stato un bene per la Sardegna“. Così alla “Dire” Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti.
Per Maria Laura Orrù di Possibile, consigliera regionale di opposizione, da Solinas devono arrivare chiarimenti, in particolare sul filone della nomina di Raimondi: “Mi dispiace moltissimo per la nuova tegola giudiziaria che si è abbattuta sul governatore e, di riflesso, sulla istituzione che rappresenta – sottolinea  – l’accusa di corruzione è una cosa gravissima, che getta ombre su tutta la classe politica, aumentando la distanza abissale con un elettorato sfiduciato, che alle elezioni, come abbiamo verificato di recente, non si presenta più“.

Non è neanche mia abitudine entrare nel merito delle vicende giudiziarie del governatore – spiega Orrù – ma mi preme sottolineare che, già a suo tempo- e ben prima dei rilievi della magistratura- avevamo rilevato anomalie nella nomina del nuovo direttore generale dell’Autorità di gestione Eni Cbc Bacino del Mediterraneo. Una struttura di rilievo internazionale, affidata alla Regione Sardegna e molto ambita da altre regioni italiane“. Per la selezione del nuovo direttore, ricorda Orrù, “era stata adottata una procedura anomala non codificata dalla normativa, individuando un soggetto non compreso nell’elenco dei direttori già approvato dalla giunta, e di cui non è stato reso pubblico il curriculum“. In questo contesto, prosegue, “è stato impossibile evincere in maniera inequivocabile il possesso di un adeguato profilo da parte del vincitore e competenze tali da renderlo in grado di esercitare il complesso ruolo richiesto dalla struttura, a fronte di quelle degli altri candidati che hanno partecipato alla selezione. La massima trasparenza e il rispetto delle regole penso siano il primo passo, oltre che un dovere, per riavvicinare i cittadini alle istituzioni e riannodare un rapporto di fiducia ampiamente compromesso“.

La magistratura farà il suo corso, conclude Orrù, “ma a noi – come opposizione in Consiglio regionale – spetta il compito di vigilare sull’operato, e di usare tutti gli strumenti a disposizione per approfondire e fare luce sulle questioni: alla nostra interrogazione, nello specifico, la presidenza non ha ritenuto di dover dare una risposta e spiace davvero che a chiarire l’opportunità e la liceità della nomina debbano essere i giudici“.

Quindi Eugenio Lai, capogruppo dell’Allenza rosso-verde: “Come sempre, penso sia giusto aspettare gli esiti delle indagini, prima di commentare vicende di questo tipo. Certo è che il fallimento politico della giunta guidata da Christian Solinas non è in discussione“. Infine Desirè Manca, consigliera regionale del M5s: “Non commento mai le vicende giudiziarie, ho piena fiducia nel lavoro della magistratura. Facciamo fare ai giudici il loro lavoro, e aspettiamo“.

Fonte “Agenzia DIRE”

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