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RETE 5G, YOUTUBE ELIMINA VIDEO COMPLOTTISTI

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Recentemente avevamo parlato di assalti alle antenne 5G poiché ritenute colpevoli di espandere la trasmissione del Coronavirus. In seguito all’aumento delle fake-news su improbabili teorie complottiste (senza alcuna prova scientifica), YouTube ha deciso di rimuovere tutti i video che propagandano tali cospirazioni da sedicenti esperti.

I video che violano le regole fissate da YouTube vengono eliminati, ha evidenziato un portavoce, ricordando che l’azienda “vieta anche i filmati che al posto delle cure mediche promuovono metodi non comprovati dal punto di vista medico per prevenire il coronavirus”. Accanto a questo, “abbiamo iniziato a ridurre le raccomandazioni per contenuti borderline come le teorie cospirazioniste relative al 5G e al coronavirus, che potrebbero disinformare gli utenti in modi dannosi”.
In uno dei video rimossi, riferisce il Guardian, un sedicente ex dirigente di una compagnia di telefonia mobile del Regno Unito sosteneva che i test per il coronavirus erano utilizzati per diffondere il virus, e che la pandemia era stata creata per nascondere le morti causate dalla tecnologia mobile.

L’ignoranza galoppante, affiancata da un’ossessione compulsiva nel condividere vere e proprie bufale, non risparmia neppure gli Italiani. Uno scenario che avevamo già visto quando venne introdotto il wi-fi: anch’esso inizialmente tacciato di pericolosità per la salute, oggi viene largamente usato nelle case, nelle scuole, negli ospedali, negli uffici…

Stavolta però, al contrario delle precedenti, è l’Istituto Superiore di Sanità a sbilanciarsi, affermando che non ci sono evidenze sulla pericolosità di questa nuova tecnologia.
La sfida è aperta: se da un lato la scienza dice una cosa, dall’altro degli improbabili sconosciuti (ma esperti di discipline inventate) si lasciano andare a complotti mondiali, triangoli rovesciati, mani che si incrociano e occhi che tutto vedono. I più bizzarri arrivano a  pensare che siano forme di manipolazione mentale per indurci, tramite condizionamento, a votare solo i rappresentanti graditi all’alta massoneria. Inutile dire che non c’è alcuna evidenza o correlazione tra queste tesi, sostenute esclusivamente da Istituti Privati (o da ciarlatani) che basano le proprie teorie su studi incompleti o non dimostrabili scientificamente (a causa dei poteri occulti che nascondono le prove).

Viene correlata, ad esempio, l’installazione delle antenne 5G a Wuhan con il fatto che sia stata la città-epicentro della pandemia.        Ma se così fosse, vista la situazione Italiana, i numeri peggiori si sarebbero dovuti registrare a Torino e dintorni, in quanto prima città ad installare antenne 5G. E di esempi potremmo concatenarne a volontá…

Il problema più grande nasce quando è il consulente economico del governo in carica a porre tali imbarazzanti quesiti. “La scienza deve dimostrare e spiegare la causa e l’effetto. Ma la scienza prima osserva le correlazioni: fenomeni che sono apparentemente associati. Applichiamo la logica della scienza. Qual è stata la prima città al mondo coperta dal 5G? Wuhan! E quale la prima regione 5G d’Europa? Il Nord Italia”: questo il messaggio postato oggi su Twitter da Gunter Pauli. Un messaggio buttato in pasto alla rete che ha inevitabilmente provocato inevitabili reazioni e allarmismi. Una teoria senza alcuna evidenza scientifica e, cosa ancor più grave, veicolata non da un pinco pallino qualunque ma dalla persona scelta dal Presidente del Consiglio,    Giuseppe Conte.

Pronta la replica della Food and Drug Administration: “Nonostante molte specifiche del 5G rimangano poco definite, è noto che i telefoni cellulari 5G useranno le stesse frequenze per le quali valgono le linee guida della Fcc (300 kHz-100 GHz). Le conclusioni raggiunte sulla base dell’attuale corpus di prove scientifiche coprono anche queste frequenze. E non c’è dunque alcuna correlazione fra smartphone e tumori.

La Icnrip (International commission on non‐ionizing radiation protection) ha affermato di non aver raccolto alcuna prova che suggerisce che le tecnologie 5G rappresentino un rischio per la salute umana. La decisione arriva dopo uno studio scientifico durato sette anni. E proprio a tal proposito il Commissario Agcom Antonio Nicita a commento della vicenda scrive su Twitter: “Chiederò ad Agcom di predisporre un documento di divulgazione che illustra le conclusioni Icnirp nonché l’infondatezza di certe correlazioni.”

Tempestivo l’intervento di Asstel: “Non possiamo non esprimere grande rammarico e dissenso per una tesi fantascientifica priva di alcun fondamento. Tutte le tecnologie delle telecomunicazioni, incluso il 5G, sono soggette a scrupoloso scrutinio da parte della comunità scientifica internazionale a tutela della salute delle persone e in nessun caso è stato neanche in ipotesi azzardato un nesso così grave con la pandemia. In questa fase di acuta criticità sanitaria e sociale per il Paese, le reti di telecomunicazioni e tutte le persone che vi lavorano stanno esprimendo il massimo sforzo possibile per venire incontro alle necessità di comunicazione per il lavoro, le istituzioni e le famiglie. Auspichiamo che questo lavoro possa essere proseguito senza la turbativa di espressioni così palesemente infondate”.

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