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SCUOLA: LA BATTAGLIA DEI PRECARI UNITI PER LA TERZA FASCIA

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Mentre la Ministra Azzolina, continua ad aggiornare i suoi docenti attraverso la sua pagina Facebook, i precari e non solo, di tutta Italia, sono in fermento. Delusione, sconforto e rabbia, prevalgono sull’amore e il tempo dedicato a partecipare a corsi costosissimi per formazione, crediti, lauree, master e specializzazioni che in questo momento risultano inutili. Perché? Perché ieri la Ministra, in un post poco comprensibile dato che non si capisce mai di chi siano le reali responsabilità, ha dichiarato che sulle graduatorie il Governo può intervenire. Il come? E il quando? Resta senza risposte, come sempre. Alle varie gaffe della Ministra, dalla carta docente, alla DaD che è assolutamente discriminante, resta quella sui precari.

La protesta

In particolare in questi giorni è giunta una richiesta, che sa di rabbia e incertezza da parte del gruppo “Uniti x la terza fascia (per NUOVI INSERIMENTI e aggiornamenti)” che ad oggi conta 3000 persone. A scriverci è la portavoce Enza Molinari, che insieme a Marilena Naccari è l’admin del gruppo. Enza è originaria della  Puglia, e come tantissimi altri, vorrebbe avere la possibilità di lavorare e mettere in pratica i propri studi. Lei è una giovane laureata con il massimo dei voti in lettere, come lei tantissimi altri giovani, che sono il futuro della nostra nazione Italia, attendono risposte più serie e sincere al di là dei post molto discutibili della Ministra su facebook.

“Ma se questo viene negato che si fa? Si lotta per i propri diritti,- scrive Molinari- perché sembra quasi che questi siano stati dimenticati”

A sostenere la rabbia e la delusione del gruppo, ci hanno pensato altre 10 mila persone che hanno deciso di firmare la petizione al seguente link http://chng.it/VBySF6Xt

Lottiamo insieme​

“Avremmo bisogno della vostra disponibilità e del vostro sostegno, per lottare insieme per un’Italia migliore, più giusta. –prosegue Enza- Siamo giovani, volenterosi e sognatori. Abbiamo studiato, ci siamo formati, abbiamo speso soldi per prendere le certificazioni richieste… e ora…? Ora siamo diventati carne da macello!

Non è solo la battaglia dei precari storici o di chi in un modo o nell’altro già lavora, ma è la battaglia di un’Italia disunita, che non crede nelle menti giovani, perché a questi ultimi gli viene negata la possibilità d’inserimento. 

Quindi, le possibilità in Italia sono dettate dalla fortuna o dalla meritocrazia?”  

La voce di migliaia di studenti, neolaureati, ITP e docenti precari, delusi dal Ministero dell’Istruzione, si erge in volo triste e rabbiosa. Una battaglia che non è più possibile fare in silenzio solo per vie legali o attraverso sindacati che chiedono spese economiche assurde.

Le richieste

[…] “Il blocco delle graduatorie è un duro colpo ai precari lavoratori della scuola.

Con due righe il governo taglia i diritti di milioni di lavoratori che ancora credono nel futuro e nel proprio paese.

Siamo ragazzi e ragazze, giovani, padri e madri di famiglia, che amano questa professione e vogliono lavorare. Abbiamo dovuto fare enormi sacrifici e spendere tantissimi soldi per aggiornarci e formarci ai fini dell’apertura della graduatoria 2019/2020. Noi giovani, dopo un percorso universitario, con due lauree, dottorati di ricerca, master, 24 cfu, certificazioni di ogni genere, conseguite per la suddetta graduatoria, non abbiamo avuto nessuna possibilità d’inserimento, dato che ci è stato letteralmente negato. Alcuni di noi, è dal 2017 che attendono l’occasione per poter entrare nel mondo della scuola.”

[…] “Il mancato aggiornamento delle graduatorie di terza fascia per molti precari di vecchia data significa anche, e soprattutto, non poter cambiare provincia. Molti infatti da tre anni insegnano in una provincia lontana dal luogo di residenza, dove spesso hanno famiglia e affetti come nel caso di precari.”

[…] Ci chiediamo se questo governo abbia realmente preso in considerazione le nostre
richieste!
Gli studenti hanno il diritto di sognare un futuro!
I neolaureati hanno il diritto di essere inseriti in una graduatoria dopo anni di studio, altrimenti
non lamentatevi se le menti migliori lasciano l’Italia!
Chi ha una famiglia ha diritto di chiedere l’avvicinamento il cambio di provincia per poter stare
vicino ai propri cari!
Gli insegnanti chiamati da MAD hanno diritto di essere tutelati!
I precari hanno diritto di essere stabilizzati!
I docenti hanno diritto di aggiornare la graduatoria, dopo sacrifici onerosi e tempo speso per
la formazione!
Gli ITP hanno diritto ad essere riconosciuti!
Noi difendiamo i nostri diritti e non ci arrenderemo se il governo non farà un passo indietro.
Uniti per i nostri diritti!

Riapertura terza fascia richieste

 

 

Le assurdità

Proprio ieri, la stessa Ministra Azzolina, ha scritto in un suo post come si potrebbe risolvere il tutto digitalizzando il sistema. Appare assurdo che una cosa così complessa, come il rinnovamento delle graduatorie, nel 2020, dove tutta l’amministrazione pubblica, dovrebbe essere digitalizzata, avvenga ancora a mano e in forma cartacea. In questo periodo l’ennesima presa in giro fa capolino dalla pretesa della DaD obbligatoria. A cosa è servito seguire gli invitati della Azzolina ai docenti ad autoformarsi per usare le piattaforme online, in modo da garantire con i propri mezzi a disposizione il servizio di Didattica a Distanza?

“Per l’ennesima volta ci siamo trovati davanti ad una realtà chiara, siamo parte di una macchina chiamata Scuola, siamo il suo cuore, ma veniamo dati per scontati, il nostro battito è vita, quella che ci stanno negando togliendoci il diritto di un contratto trasparente con la Riapertura delle graduatorie dove si viene chiamati per merito e non per vicinanza o conoscenze ed il diritto di potersi stabilizzare e di avere una vita.”

Ricordi sbiaditi dell'Azzolina precaria

Forse la Ministra non sa, o non si ricorda, visto che nel post di ieri ha sottolineato di avere a cuore i precari essendo stata a sua volta precaria, che se i docenti precari decidessero di fermarsi, la scuola oggi morirebbe. Sarebbe un flop. Forse pochi sanno, che il vero problema di chi finisce per voler diventare docente, o chi comunque lo è già di ruolo, è l’amore quasi maniacale e incondizionato per la sua professione e per i suoi allievi. Non stiamo a sindacare che anche in questa categoria ci siano degli scansafatiche, ma vi garantisco che sono rari. Quindi la verità è che la Azzolina sa bene che nessun docente precario e non, pur lamentandosi e battagliando, non fermerebbe mai la macchina della Didattica. Basta vedere quanti precari durante l’anno scolastico partecipano agli scioperi per normative che li riguardano. La verità è che chi ci governa sa bene che per noi l’insegnamento è una missione e difficilmente sappiamo dire di no.

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Comments (1)

  1. Gentili Colleghi,
    mi chiamo Salvatore Sottile, insegno da circa 8 anni nelle scuole secondarie di II grado nella Regione Lazio.

    Non voglio dilungarmi molto per esprimere il disappunto che penso di condividere con tutti voi, riguardo le metodologie adottate dalla politica ( non solo il Miur) per immetterci in ruolo, anche in relazione del drammatico momento di cui stiamo vivendo. Mai visto, che io ricordi, nella storia della Repubblica, un cinismo più forte ed un silenzio più assordante da parte dei mass media verso la nostra categoria di professionisti. Mass media e giornali di ogni colore esprimono indifferenza. Cioè tutta la politica, nei fatti e dietro le quinte, vuole la nostra rovina.
    Quindi, essendo davvero soli, solo fermando la macchina scolastica a livello nazionale, potremmo farci sentire. INTERROMPERE DADA ED ESAMI DI STATO. Il rinnovo graduatorie e assunzione tramite scorrimento graduatorie è l’unica strada. I sindacati, non mi sembrano motivati nei fatti in certe azioni forti e determinate, (interessati più che altro a vendere ricorsi al Tar e corsi on line). I risultati negativi in questo stato di emergenza dicono più di 1000 parole.
    Ho trovato il vostro sito navigando in internet e vorrei chiedere, esistono azioni concrete da parte di associazioni di precari ( oltre alla vostra) che mirano a quanto io ho espresso? In particolare, se comunico ufficialmente al Preside che non faccio più didattica a distanza e spengo il modem, ( cosa che ho intimato davvero di fare), come difendersi dai provvedimenti disciplinari?
    Non che ne abbia paura, ma per rendermi conto come eventualmente contro ribattere per vie legali, visto l’abuso palese contro le direttive europee.
    Buona quarantena e grazie per avermi letto

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