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Serrenti: la GdF arresta un imprenditore

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I militari della Tenenza di Sanluri hanno dato seguito all’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso sulla base della sentenza del Tribunale di Cagliari, confermata dalla Corte d’Appello del capoluogo sardo e diventata esecutiva il 27 giugno, nei confronti di un imprenditore di Serrenti, esercente l’attività di distribuzione di materiale pubblicitario, che è stato condannato a 5 anni di reclusione per reati tributari.

Lo stesso ha avuto anche le sanzioni accessorie dell’interdizione legale, durante l’espiazione della pena, e dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

La sentenza di condanna costituisce l’epilogo di una complessa, articolata e prolungata attività di indagine (che aveva riscosso vasta eco sugli organi di informazione già nel 2015) innescata all’esito di attività di verifiche fiscali condotte dalla GdF congiuntamente all’analisi di alcune segnalazioni per operazioni sospette che hanno consentito di svelare un sistema fraudolento volto ad alienare le disponibilità finanziarie del condannato al fine di eludere, di fatto, la pretesa erariale dell’ente preposto alla riscossione coattiva, Equitalia S.p.A.

Quest’ultima, infatti, a seguito dell’attività ispettiva fiscale, aveva iscritto a ruolo l’importo dei tributi dovuti alle casse dello Stato, emettendo nei confronti del contribuente moroso cartelle esattoriali per l’importo di circa 1.000.000 di euro.

Con le indagini a suo tempo condotte, i finanzieri hanno potuto constatare che il soggetto verificato, con l’ausilio di familiari e soggetti disoccupati in situazione di povertà, aveva artatamente eseguito cessioni di quote aziendali nonché costituito 4 società a responsabilità limitata, attraverso l’interposizione di appositi prestanome, allo scopo di continuare con queste ultime la proficua attività pubblicitaria già consolidata negli anni precedenti mediante la propria ditta individuale.

Le verifiche fiscali eseguite nei confronti delle fittizie S.r.l. hanno permesso di constatare l’occultamento di un’ulteriore base imponibile per oltre 2.800.000 euro, I.V.A. dovuta per 540.000 euro nonché di applicare una sanzione amministrativa per un importo pari ad 130.000 euro circa, in riferimento all’impiego di dodici collaboratori non regolarmente assunti.

La sentenza della Corte di Appello di Cagliari, con la quale l’imprenditore è stato definitivamente condannato a cinque anni di reclusione, ha disposto anche la confisca di quanto a suo tempo sottoposto a sequestro preventivo per equivalente fino alla concorrenza di 1.000.000 di euro e confermato il disegno criminoso smascherato dalla Tenenza di Sanluri.

Fonte: comunicato stampa

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